Io sono riconoscente al magistrato Piercamillo Davigo proprio per l’attività di divulgazione che svolge in televisione.
Esattamente quanto viene invece ritenuto sconveniente dal vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Giovanni Legnini. Che ha detto “In nessun Paese europeo è consentito passare con tanta facilità dai talk show o dalle prime pagine dei giornali, a funzioni requirenti e giudicanti fino alla presidenza di collegi di merito e di Cassazione”. Dimenticando di aggiungere che in nessun paese europeo (Ungheria a parte) viene così attaccata la magistratura quando fa il proprio dovere. Soprattutto nei confronti di politici corrotti.
Davigo non solo è preparato, ma anche un difetto che dà fastidio a molti: è chiaro. E’ un Piero Angela della cronaca giudiziaria, specialmente di quella che coinvolge politici disonesti, che usano marmellate di parole per dichiararsi sempre perseguitati. Così, al politico che in malafede confonde assoluzione e prescrizione fa notare – con poche parole asciutte – l’enorme differenza che distingue i due casi. Soprattutto se riferita al dovere di “disciplina e onore” a cui sarebbe tenuto il sedicente onorevole. Inoltre il magistrato è apprezzabile anche per la rigorosa correttezza a cui si attiene, per essersi sempre rifiutato di commentare persone e vicende relative a processi in corso.
Continui così, dottor Davigo, a mettere la sua fulminante chiarezza a servizio dei cittadini. Continui ad andare in tv, perché è proprio nei talk show che vengono montate le bugie più fuorvianti. Ed è là che vanno smontate con i fatti. Perché purtroppo molti elettori s’informano solo con la televisione. Un media “sensibile” per la democrazia, che non deve diventare monopolio di manipolatori della realtà e conduttori in proscinesi.
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