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Teatro Eliseo. “Finale di partita” di Samuel Beckett

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ROMA – Finale di partita, dramma miliare del Novecento, scritto nel 1956 da Samuel Beckett, premio Nobel della letteratura, in Italia fu messo in scena per la prima volta nel 1958 da Andrea Camilleri. Testo non facile ma necessario è oggi al teatro Eliseo di Roma, in prima nazionale, grazie all’eccellente interpretazione di Glauco Mauri, Roberto Sturno, Elisa Di Eusanio e Mauro Mandolini, diretti da Andrea Baracco.

Il sipario si apre su un appartamento che ricorda un ossario o un rifugio antiatomico, dove vivono un signore cieco su una seggiola a rotelle e il suo servo Clov. Il primo è condannato a non reggersi sulle gambe, il secondo può stare solo dritto. Il servo vorrebbe scappare dall’angusto perimetro e il suo padrone lo spinge a farlo, ma nessuno dei due riesce a cambiare vita. Dipendenti l’uno dall’altro: il servo nutre il padrone e quest’ultimo tiene le chiavi della dispensa.

Dramma degli individui condannati a trascinarsi per forza d’inerzia, il servo Clov si affaccia alla finestra nominando il mare ma, al di là, sembra esserci il vuoto. Il nulla condiziona esistenze riempite dal ripetitivo litigare. A un lato della scena i vecchi genitori del padrone, in un’inerme nudità e privi delle gambe, sono stesi in cassonetti dell’immondizia. Radiografia di un vegetare corroso e statico, del tutto irrazionale, di una navigazione priva di rotta verso la fine. Umanità sulla quale Beckett stende il velo di una dolorosa infelicità che la pietà in parte assolve.

Gli attori, tutti bravissimi, hanno convinto e sono stati molto applauditi. Non pochi critici hanno visto in questo dramma di Beckett, per la situazione fuori dal tempo e i riferimenti a una civiltà che non esiste più, uno scenario post-atomico che – in giorni in cui le mosse di Donald Trump e Kim Jong-un spaventano – tutto pare fuorché astratto. Ma anche coloro i quali si fermassero a leggere quanto di negativo c’è in una vita priva di senso e libertà, hanno molto su cui riflettere. In ogni personaggio si può intuire una parte di noi stessi, quella più oscura e rimossa. A tal proposito, segnalo che Martedì 10 ottobre alle ore 18.00, prima della replica serale, Glauco Mauri e Giuseppe Di Giacomo incontreranno il pubblico sul tema ‘Introduzione a Beckett’ (ingresso gratuito). E’ il caso di dirlo: ecco quando il teatro si fa autocoscienza.

Finale di partita
di Samuel Beckett

Con Glauco Mauri | Roberto Sturno
e con Elisa Di Eusanio |Mauro Mandolini
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
musiche Giacomo Vezzani
Regia Andrea Baracco
Produzione Compagnia Glauco Mauri Roberto Sturno

Prima nazionale
Roma Teatro Eliseo 26 settembre 2017
Durata: 1 ora e 20 minuti (atto unico)
Martedì 10 ottobre alle ore 18.00, prima della replica serale, Glauco Mauri e Giuseppe Di Giacomo incontreranno il pubblico sul tema ‘Introduzione a Beckett’ (ingresso gratuito).

TEATRO ELISEO
Da martedì 26 settembre a domenica 15 ottobre 2017


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