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Quando emigra la politica

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La percezione d’insicurezza rispetto agli immigrati ha raggiunto il 46%, il livello più alto degli ultimi dieci anni. Su Repubblica l’analisi di Ilvo Diamanti

Rilanciamo di seguito l’articolo, pubblicato oggi su Repubblica, di Ilvo Diamanti, sociologo e politologo e responsabile scientifico di Demos & Pi.

Quando emigra la politica

Di Ilvo Diamanti

L’immigrazione, ormai, è “l’emergenza”. Che divide la società. Ma anche la politica. Tanto da indurre Luigi Zanda, presidente dei senatori Pd, a rinviare il voto del Senato sullo “Ius soli”. A data da destinarsi. Sul Ddl, la maggioranza di governo oggi non ha la maggioranza. Domani si vedrà. Il diritto dei figli di immigrati nati in Italia: negato. Per paura. Per paura delle paure. Che, certo, in Italia, sono diffuse. Ma, forse, non quanto in Parlamento. Un segno, l’ultimo, dell’impotenza della politica in Italia. Incapace di decidere. Tanto più, in attesa delle prossime elezioni. L’indagine dell’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, curato da Demos (con la Fondazione Unipolis e l’Osservatorio di Pavia) rileva, d’altronde, come la percezione di insicurezza, suscitata dagli immigrati, nelle ultime settimane, abbia raggiunto gli indici più elevati, da 10 anni a oggi: il 46%. Bisogna risalire all’autunno del 2007 per trovare un indice più elevato: 51%. Mentre nel 1999, quasi vent’anni fa, il timore degli immigrati risultava altrettanto diffuso. In entrambi i casi, si trattava di stagioni elettorali molto “calde”.

Il dossier. L’indagine dell’Osservatorio europeo sulla sicurezza curato da Demos: la sensazione di scarsa protezione aumenta nonostante il calo dei numeri degli sbarchi di questa estate

Immigrati, cresce la paura il 46% si sente in pericolo è il dato più alto da dieci anni

Nel 1999: elezioni amministrative ed europee. Ma anche vigilia delle elezioni regionali, che si sarebbero svolte l’anno seguente. Il 2007: passaggio fra due elezioni politiche di svolta. Quelle del 2006, vinte dal Centro-sinistra guidato da Prodi. Di misura. Le consultazioni del 2008, vinte dal Polo di Centro-destra, costruito intorno a Silvio Berlusconi (accanto alla Lega e ad AN). In entrambe le occasioni, l’immigrazione ha costituito un tema di scontro. Nel 2007, in particolare, collegato alla paura della criminalità. Immigrazione e criminalità: un binomio quasi inscindibile. Ha segnato il dibattito pubblico e favorito il Centro-destra. E, parallelamente, compromesso i consensi al Centro-sinistra. Da allora, solo in questa fase la questione migratoria ha ripreso altrettanto rilievo. Certo: le misure e le vicende contano. L’afflusso dei migranti dall’Africa verso le nostre coste, i fatti di violenza che hanno suscitato sdegno e paura. A Rimini, in particolare. Ma non bisogna dimenticare il calendario politico. In primavera si vota. Per eleggere il nuovo Parlamento. E il rapporto con gli “altri”, che vengono da “fuori”, e ci invadono: diventa una questione importante. “La” questione. Amplificata dai “media”, come mostrano con efficacia i dati dell’Osservatorio di Pavia (per l’Associazione Carta di Roma). I picchi nel numero di notizie proposte dai principali TG nazionali di prima serata coincidono, non per caso, con i cicli e gli anni elettorali: 2008-2009, poi 2013. Fino agli anni recenti. Visto che dal 2015 ad oggi viviamo tempi di campagna elettorale permanente. D’altronde, l’Osservatorio di Pavia rileva come, nell’ultimo mese e mezzo, nel 10% dei servizi dei telegiornali si parli di immigrazione, mentre nel 2016 la percentuale era dell’8%. Nel mese di agosto e nella prima decade di settembre, inoltre, nel 38% dei servizi incontriamo notizie di crimini compiuti da immigrati. Un anno fa, invece… Continua su cartadiroma 


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