Se ne sono andati di notte, senza dire niente a nessuno. Poi ci hanno fatto sapere che erano diretti in Libia. Un viaggio che fa paura solo a parlarne…. Il deserto e poi la Libia… È il nonno di Seny a parlare seduto sotto al gazebo di paglia e legno in mezzo ad una folla di persone vestite con un arcobaleno di mille colori. Brillano le stoffe sui volti neri di decine di donne uomini e bambini seduti in circolo. Sono vestiti così per onorare la nostra visita e perché oggi è festa, una grande festa: uno dei nipoti partito per l’Europa torna con un grande progetto di impresa.
Una festa rattristata dalla notizia che due dei giovanissimi zii di Seny non hanno creduto nelle aspirazioni di Seny di portare sviluppo a Tambacounda e sono andati via attirati dai trafficanti che sono come incantatori di serpenti. Le uniche a sapere di quella fuga sono le mogli. Una di loro alta e bellissima nel suo turbante azzurro, ci trasmette la sua paura di rimanere da sola con i figli . Non ha ancora notizie e sa bene che potrebbe non averne mai più .
Lo zoccolo duro della famiglia di Seny vive a Netteboulou, il più antico villaggio della regione di Tambacounda: ci si arriva attraversando una strada sterrata in mezzo a rigogliose coltivazioni di miglio, arachidi e agli immancabili Baobab. Questa è la stagione delle piogge e il terreno gode dell’acqua dei forti acquazzoni. Le capanne sono per lo più fatte di paglia e legno. Quelle delle famiglie più abbienti sono di mattoni come quella del nonno di Seny, 11 mogli, 90 figli e un numero imprecisato di nipoti e pronipoti. Noi lo abbiamo scherzosamente chiamato Kalashnikov vista la propensione a mantenere alta la natalità nella sua famiglia. Lui non capisce e sorride …
Voi siete i benvenuti qui grazie per essere venuti fin qua dall’Italia: siamo felici di poter iniziare un progetto di sviluppo qua e felici che sarà il nostro Seny a cominciare. Vogliamo che i nostri giovani non lascino la nostra terra, con gli strumenti e la formazione saremo in grado di farcela da soli: un nostro proverbio dice prima di dare il pesce a qualcuno insegnagli a pescare. … Come dire , dateci gli strumenti e noi facciamo da soli….
Angela Caponnetto, giornalista di Rainews si occupa da lungo tempo dei temi dell’immigrazione. Ha raccolto le storie dei migranti subito dopo che qualcuno gli ha teso la mano in mezzo al mare, ha documentato gli sbarchi, li ha seguiti e ascoltati nei centri di accoglienza, filmando il meglio e il peggio della loro seconda vita nel nostro paese. Ora è inviata in Senegal per raccontare l’origine di questo esodo. Ad Articolo 21 manda il suo diario di viaggio
A casa loro. Dakar/Tambacounda (diario dal Senegal. 2° giorno)