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60 anni fa se ne andava Umberto Saba, il cantore del lirismo familiare

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Il 25 agosto 1957 moriva a Gorizia il poeta e scrittore Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli. Il cantore del lirismo familiare, sincero, senza esagerazioni era nato a Trieste, cittadino dell’impero austro-ungarico, il 9 marzo del 1883, rampollo di nobile famiglia veneziana per parte di padre, e di un’ebrea triestina. Muore lasciando incompiuto il romanzo “Ernesto”, narrazione di inquietudini adolescenziali fortemente autobiografica; considerato uno dei romanzi a sfondo omoerotico più importanti della letteratura italiana.

La sua formazione

Nella Trieste cosmopolita, multietnica e multi confessionale, Saba vive un’infanzia malinconica, segnata dalla mancanza del padre che prima della sua nascita lasciò la famiglia. Viene infatti allevato dalla balia slovena “Peppa Sabaz”. Forse in suo onore sceglie nel 1911 lo pseudonimo Saba.
Spirito inquieto, frequenta vari corsi universitari a Pisa e, causa una forte depressione, nel 1904 ritorna a Trieste dove scrive per i quotidiani e frequenta i caffè. Nel 1906 si reca a Firenze, qui frequenta i circolo vociani, conoscendo Papini e Prezzolini. Alla fine della Grande Guerra apre in via San Nicolò a Trieste una libreria antiquaria e di libri usati, oggi Studio d’artista, nel quale sono conservati i volumi, i documenti e conservati negli arredi originali, recentemente restaurati con il contributo di vari enti pubblici e privati.

La sua attività poetica

Nel 1911 pubblica la sua prima raccolta di versi, soldato durante la grande Guerra, nel 1938, dopo la promulgazione delle leggi razziali del regime fascista cerca salvezza all’estero. Iniziano anni di continui spostamenti durante i quali ritorna solo sporadicamente a Trieste. Nel dopoguerra la sua fama cresce e si consolida con l’attribuzione, fra gli altri, dei premi Viareggio e Taormina. Consolida rapporti di amicizia con Ungaretti, che lo aveva sostenuto durante l’esilio, e Montale, nonostante diversi siano gli stili poetici.
Nel 1913 nasce in lui l’idea di raccogliere in un’unica raccolta l’opera poetica maggiore. Esce dunque nel 1921 la prima di una serie di edizioni del Canzoniere, 437 liriche suddivise in tre volumi. L’ultima postuma è del 1961, comprensiva anche di liriche datate fra il 1947 e 1954.

L’uomo lacerato nella sua quotidianità

Molto è stato scritto sulla poetica di Saba, caratterizzata da sincerità priva di esagerazioni nel rappresentare la condizione dell’uomo, in una  realtà quotidiana avulsa da straordinarietà di fatti o personaggi, nella quale è però presente una capacità di capire i traumi interiori e le lacerazioni personali. Comprensione che deriva quasi certamente dal contributo della psicanalisi, scienza che il poeta conobbe personalmente anche attraverso l’esperienza di paziente di Edoardo Weiss, allievo di Freud, che lo ebbe in cura per una grave forma di depressione.

Non solo poeta ma anche abile commerciante e editore

Poco invece si sa, a 60 ani dalla sua scomparsa, della sua attività di editore e commerciante di libri antichi e usati. “Senza intendermi affatto, e nella città più refrattaria a questo genere di affari, sono riuscito a mettere su un’azienda. Proprio dal nulla. Sono più fiero di questo che del Canzoniere”. Così nel 1924 scriveva a Giacomo Debenedetti, scrittore, saggista e critico letterario, manifestando tutta la soddisfazione per il successo di business della sua libreria.

Queste capacità di marketing di uno dei poeti e scrittori fra i più significativi del ‘900, sono il cuore del volume “La libreria antiquaria Umberto Saba. Il poeta libraio”, pubblicato dal Comune di Trieste con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e del Mibact. Un insieme di saggi di esperti che per la prima volta propongono, in modo organico e completo, informazioni e dati, molti inediti, sulla sua vita professionale.

Un aspetto fino a oggi sconosciuto

“Un aspetto poco studiato dell’attività di Saba commerciante e uomo di marketing, anche per quanto riguarda la sua attività poetica, ricorda Marco Menato autore di uno dei saggi, riguardava l’attività di editore di libri d’autore di qualità, su carta di pregio, rilegati a mano e impreziositi inizialmente dalla collaborazione per circa 10 anni del poeta Virgilio Giotti, che inserisce una grafica accattivante.”
Il saggio-racconto di Menato inizia quando il poeta, più per caso che per volontà, acquistò la libreria di Giuseppe Maylander in via San Nicolò. Da allora e fino alla morte, Saba gestì con successo il commercio di libri d’antiquariato e di buon usato. Imparò il mestiere sul campo, direttamente dai maggiori antiquari del tempo.

La Liberia Saba la sua fiorente attività.

Dal 1924, dopo alcune sfortunate esperienze femminili, Saba assume un commesso; Carlo Cerne, di appena diciassette anni. Carlo, il Carletto di molti versi e prose, diventerà per stessa ammissione di Saba, “un bravissimo libraio” e continuerà a gestire la libreria fino al 1981, quando gli succederà il figlio Mario. Per incrementare le vendite e per farsi conoscere oltre Trieste dal 1923 al 1982 pubblicò, con cadenza trimestrale, 240 cataloghi di vendita. “Le raccolte maggiori di tali cataloghi, ora rari, prosegue Menato, sono conservate dalla Libreria Saba e dalla Biblioteca statale isontina di Gorizia, ma ad ambedue le raccolte manca il primo numero.”

I cataloghi furono compilati sempre da Saba fino a quando la salute glielo permise, poi dal collaboratore Carletto, quindi dal di lui figlio Mario. Rappresentano l’unica testimonianza di una lunga e proficua attività bibliografico-commerciale, finalizzata anche alla diffusione del suo lavoro poetico. Non si sa per quale motivo gli studiosi abbiano dato poco rilievo alle sue capacità bibliografiche e imprenditoriali, ben evidenti dall’esame dei cataloghi.

Il 25 agosto  anteprima nazionale del volume

Il libro sarà presentato il 25 agosto alle 17 a Trieste, nella sala Bazlen di palazzo Gopcevich di via Rossini 4. Seguirà una straordinaria visita guidata alla Libreria Saba di via San Nicolò, accompagnati da Mario Cerne.

Twitter: @marreguitti


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