Alla fine il presidentente Trump li ha condannati i razzisti del Ku Klux Klan. Le parole, benché tardive, sono arrivate: “il razzismo e’ il demonio. Tutti coloro che causano violenze, in suo nome sono criminali inclusi il KKK i neonazisti e altri gruppi di odio che sono ripugnanti per i nostri valori americani”.
La correzione di rotta, dopo ore di annunci generici contro la violenza senza alcun riferimento ai razzisti, e’ arrivata dopo che un altro, ennesimo tweet presidenziale rischiava di trasformare la situazione da drammatica a catastrofica. La mancata condanna da parte del presidente aveva infatti indotto uno dei piu’ importanti manager afroamericani Kenneth Frazier della casa farmaceutica Merck’s a dare le dimissioni dalla presidenza della american manufacturing council.
Con la consueta leggerezza mista a boria Trump, aveva festeggiato irridendolo: “adesso che Frazier se ne e’andato avremo piu’ tempo per abbassare gli scandalosi prezzi dei medicinali” aveva twittato. Questa volta ha fatto male i suoi calcoli. Frazier e’un esempio vivente di come un afroamericano possa farcela a salire la scala sociale nella societa’ americana. Da poverissimo e’ diventato un manager di successo . Non solo. Di recente era al fianco di Trump per festeggiare la creazione di nuovi posti di lavoro nell’industria farmaceutica. Il tweet irridente di Trump rischiava di far smottare un pezzo dell’elettorato che ha portato Trump alla Casa bianca. E nel giro di pochi minuti i disperati consiglieri del presidente hanno capito che i manager afroamericani delle piu’ importanti società americani stavano per scendere in campo pubblicamente contro il presidente. Di qui il frettoloso comunicato che Trump e’ stato costretto a fare.
Ma lo strappo, l’ennesimo, lascia una ferita profonda. E i consiglieri della Casa bianca sanno che non sarà l’ultimo.
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