L’intervista rilasciata al quotidiano Repubblica dal sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà evidenzia come la politica al sud della penisola, cioè quel territorio che maggiormente sopporta il peso dei flussi migratori, possa sfidare con la ragione la politica basata sugli slogan antimigranti. C’è un sud che sta cercando faticosamente di rialzarsi, quello legato all’economia, dove le imprese hanno prodotto un Pil superiore al nord, pur mantenendo difficoltà burocratiche e territoriali, dove intere zone sono controllate dalla criminalità organizzata, con imprenditori che lavorano accompagnati dalla scorta e che sono riusciti lo stesso ad internazionalizzare i propri prodotti. Tuttavia al sud c’è anche una “politica” che vuole rialzarsi, non solo attraverso il contrasto alle mafie, ma anche nel dire no a spinte populiste legate al problema migranti. Nel dibattito nazionale sul tema, oltre a posizioni drastiche, definite di chiusura, di Lega, Movimento Cinque Stelle e gruppi di estrema destra, stanno emergendo posizioni che cercano di contrastare letture superficiali del fenomeno, semplificate con slogan o parole (invasione; ci levano il lavoro; è aumentata la criminalità ecc.) che toccano la pancia di un elettorato che sente la crisi economica e la precarietà sul lavoro. Abbiamo visto in questi ultimi anni quali indicazioni, sulle strade da percorrere dal punto di vista politico-amministrativo, siano arrivate dall’azione di alcuni sindaci, come Giusy Nicolini a Lampedusa, Mimmo Lucano a Riace o Leoluca Orlando a Palermo, che da anni propone l’abolizione del permesso di soggiorno. Su questa stessa linea è Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria, che propone di abbassare le tasse a chi ospita migranti. Lo fa in aperta polemica con la collega di Codigoro, Alice Zanardi, che ha minacciato invece di alzare le tasse a chiunque ospiti immigrati sul territorio del suo comune.
“Le comunità che ospitano i migranti vanno premiate” – sostiene Falcomatà – perché i sindaci che accolgono migranti sono sottoposti a forti pressioni, per questo devono esserci meccanismi premiali dal punto di vista della tassazione”. E propone di destinare alle problematiche che sul tema affrontano le comunità, una quota di quei tributi locali destinati allo Stato.
Ora, al di là della proposta, occorre sottolineare che Falcomatà milita nello stesso partito della Zanardi, il Partito Democratico. Con questa riflessione cerca di indicare alla sua parte politica una strada differente, rispetto a quella di rincorrere sullo stesso terreno Lega e 5 stelle e soprattutto è un amministratore che quella strada, cioè il ragionamento ed il continuo lavoro nel cercare una soluzione, la traccia per la propria comunità. Al sud sono in tanti a farlo, ed è possibile che dal sud arrivino parole differenti, più attente alla dignità di uomini, donne e bambini che in un processo migratorio epocale cercano di mantenere alta quella dignità, anche mettendo a rischio la propria vita.