BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Da Macron un ceffone all’Italia: “Nazionalizziamo Stx”. Salta il patto con Fincantieri. “Sorpresi” Alfano, Padoan, Calenda. Boccia (Commissione Bilancio): “L’asse delle politiche europee tende a destra”. Silenzio della Ue

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Alessandro Cardulli

Un ceffone, sonoro, di quelli che lasciano il segno. Anzi un ceffone doppio ci viene dalla Francia e dalla Commissione europea. Da Parigi arriva la conferma della  nazionalizzazione della società cantieristica Stx. L’annuncio, cui non credevano fino all’ultimo i nostri ministri, da Padoan a Calenda ad Alfano, Renzi per ora è silenzioso, è arrivato in modo ufficiale. Aveva ragione Le Monde che aveva anticipato la notizia. Ma i nostri governanti non ci avevano creduto, così come i dirigenti di Fincantieri che avevano stretto un patto di ferro con Stx, per acquisirne la maggioranza delle azioni, garante addirittura l’allora presidente Hollande. Fino all’ultimo hanno fatto la voce grossa, non si capisce se tanto per gridare al lupo al lupo, o per impegnarsi davvero in una vicenda che mette a nudo le debolezze politiche ed economiche del nostro Paese, la credibilità di un grande gruppo, come Fincantieri che opera a livello mondo, l’autorevolezza di chi ci governa, in primo luogo del partito di maggioranza guidato da Renzi Matteo. Stx è una piccola cosa, rispetto a Fincantieri, azienda che nasce come facente parte del gruppo Iri poi passa a Fintecna, la finanziaria del ministero dell’economia e finanza. Stx fa parte per di una compagnia molto più grande, la Stx Europe attiva nel settore delle costruzioni navali. Controlla il 50,01% dei Chantiers de l’Atlantique, che si trovano nella città di Saint-Nazaire, lungo l’estuario della Loira.

Salta un tassello importante del rapporto politico-economico con la Francia

È un tassello importate nel nostro rapporto politico-economico con la Francia. Il cantiere di Saint-Nazaire può coprire una significativa parte della produzione di Fincantieri. La società triestina aveva sottoscritto un’intesa che, affermava una nota ufficiale, “costituisce un elemento fondamentale per il perfezionamento degli accordi definitivi tra i futuri azionisti e include anche le linee guida del piano industriale preparato da Fincantieri per Stx France”. Mancava ancora un tassello per rimettere in mare, è proprio il caso di dirlo, Stx, il varo ufficiale della nuova compagine. I vertici di Fincantieri si sarebbero dovuti recare a Seul per finalizzare l’acquisizione del 66,7% di Stx France, posta in liquidazione dal tribunale coreano dopo il fallimento del gruppo. “Fincantieri – affermava in una nota la società triestina – sta lavorando con il tribunale di Seul per finalizzare l’acquisizione quanto più rapidamente possibile”. Giuseppe Bono, l’amministratore delegato di Fincantieri, si era più volte incontrato con i dirigenti di Stx, sembrava vi fosse un accordo pieno. Come un fulmine a ciel sereno arriva Le Monde: l’accordo è saltato, non se ne farà niente.

Il presidente francese  incontra i libici, questione petrolio, annuncia il blitz cantieri

E Macron l’autore del blitz, così si può chiamare, uno schiaffone dato all’Italia proprio mentre era in corso l’incontro fra il presidente francese e i  due capi bastone della Libia, dire governanti è davvero un’offesa alla credibilità della politica. Si può parlare di uno schiaffone bis da parte di Macron, il presidente tanto lodato da Renzi, dalla grande stampa italiana. Ci ha raccontato che esiste un accordo con i due “governanti” libici e che quindi l’Italia vada tranquilla, può inviare le sue navi militari in Libia per contrastare gli scafisti. Allucinante, ma Gentiloni ci crede, annuncia che appronterà un piano da portare in Parlamento. Si tratta di una questione di petrolio, questo l’interesse francese.

Nel frattempo Padoan, Calenda, Alfano in particolare chiedono lumi, non vogliono credere alle anticipazioni del quotidiano francese. Fanno la voce grossa. Sentite il nostro ministro degli Esteri: “Su Stx non accettiamo ultimatum. Lo hanno detto i nostri ministri. Vediamo cosa farà la Francia – afferma Alfano, in relazione al dossier Fincantieri – Stx France. Non mi pare –prosegue – ci siano grandi precedenti di nazionalizzazioni tecniche”, evidenzia Alfano, sottolineando che “comunque vediamo cosa diranno loro nelle prossime ore. Poi si pronunceranno sia Calenda sia il ministro dell’Economia”. Arriva anche la richiesta di un pronunciamento da parte della Commissione europea, la fanno i ministri e la fa  Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera, che chiede “una chiara e immediata presa di posizione della Commissione europea. Se questo è il nuovo corso della Francia mi pare evidente che si vada verso un periodo buio e difficile della storia europea”. “Da anni l’asse delle politiche europee tende a destra, a scapito del progetto comune; questi primi mesi di Macron, il rafforzamento della direttrice Parigi-Berlino e i silenzi della commissione lo confermano. La sinistra europea non può restare a guardare. Ai nazionalisti bisogna spiegare che ad un protezionismo si risponde con un altro protezionismo. E sarebbe l’inizio della fine”. Già, la sinistra europea, ma quale?

Arriva la risposta dalla Commissione: “No comment”, afferma la portavoce della commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager. C’era da aspettarselo, la “direttrice Parigi-Berlino” di cui parla Boccia funziona Ci saremmo meravigliati se dalla Ue fosse venuta qualche parola.

Il ministro francese: “Difendiamo gli interessi  del nostro Paese”

Taglia la testa al toro il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, che fino all’ultimo aveva negato l’intenzione di nazionalizzare Stx, così come voluto da Macron. Tiene una conferenza stampa e afferma che “il governo francese ha deciso di nazionalizzare temporaneamente i cantieri STX France”. È la prima volta, crediamo, che si parla di  una nazionalizzazione “temporanea”, quasi si tratta di un vestito che si mette e si toglie.  “Andrò a Roma martedì prossimo per discutere con i ministri Padoan e Calenda, per discutere del progetto Stx-Fincantieri. Il nostro obiettivo è difendere gli interessi strategici della Francia”. Ci pare di una chiarezza esemplare, lo schiaffone è nelle cose. Poi parla di “una decisione temporanea per darci il tempo di negoziare nelle migliori condizioni possibili la partecipazione di Fincantieri ai cantieri navali di Saint-Nazaire per costruire un progetto europeo solido e ambizioso”. E pensare che il 12 aprile quando era stata firmata l’acquisizione di Stx da parte di Fincantieri, l’ad del gruppo italiano aveva affermato: “Gli interessi industriali vincono su un contesto politico instabile” ed il titolo era volato in Borsa. Ieri, all’annuncio di Le Monde, era crollato. Fra i primi commenti quello della segreteria Uilm di Genova che  in una nota afferma: “Macron novello gollista altro che liberale, intende nazionalizzare i cantieri di Saint-Nazaire, un’idea folle che contrasta con gli interessi dell’Europa Unita, perché mette in crisi un polo cantieristico competitivo a livello internazionale di cui lui stesso ne farebbe parte”. “Un colpo veramente geniale – prosegue la Uilm – che mette in discussione la costruzione di un polo cantieristico continentale solo perché non è gestito dai francesi. Una vergogna!”.

A tarda serata, una nota congiunta dei ministri Padoan e Calenda gettava altra benzina sul fuoco:  “Riteniamo grave e incomprensibile la decisione del governo francese di non dare seguito ad accordi già conclusi. Accordi che garantivano la tutela dei livelli occupazionali in Francia e del know-how francese attraverso una governance equilibrata e in una prospettiva autenticamente europea”. Ci si permetta una piccola chiosa: che la questione sia grave non v’è alcun dubbio, ma se i due ministri la ritengono “incomprensibile” è meglio che facciano un altro mestiere. Per il bene dell’Italia, e dei lavoratori italiani.

Da jobsnews


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