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Sinistra. Civati invia una lettera a Pisapia, Fratoianni (l’unico che ha risposto), Bersani e Speranza, per dare concretezza al progetto di una sinistra unitaria. Ma restano le difficoltà e le ambiguità di Campo progressista

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Di Pino Salerno

“Caro Giuliano, Nicola, Pier Luigi, Roberto, care tutte e tutti, vediamoci nei prossimi giorni tutti insieme, nel corso di questa settimana, per definire le sfide della sinistra”, scrive in una lettera rivolta ai leader di Mdp, Sinistra Italiana, Campo progressista, Pippo Civati, leader di Possibile, all’indomani del PolitiCamp di Reggio Emilia. Così come lo stesso Civati si era impegnato a fare proprio nelle conclusioni dell’iniziativa reggiana, quando sul palco era salito con Roberto Speranza, coordinatore di Articolo1-Mdp, Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, e Alessandro Capelli, esponente di Campo progressista.

La lettera di Civati: “partiamo dalle questioni, non dalle convenienze di ciascuno”

“Facciamolo insieme, con un gesto di generosità, partendo dalle questioni, non dalle convenienze di ciascuno – aggiunge – Facciamolo con chi si è mobilitato al Brancaccio, in piazza Santi Apostoli, con chi ha animato battaglie politiche, con chi ha sostenuto sfide e proposte che non hanno trovato rappresentanza”. Inoltre, prosegue Civati, “le immagini che ciascuno di noi ha scelto – campi, officine, possibilità, la stessa parola sinistra – sono metafore di cose reali, di cui parlare e da affrontare con coloro che le vivono, con i cittadini che hanno a cuore il destino collettivo e non solo individuale. Partiamo dalle grandi questioni politiche – insiste – Discutiamone tra noi e poi usciamone con un percorso che coinvolga le persone, senza soluzione di continuità tra una sigla e l’altra, senza narcisismi, senza presunzione. Personalmente – conclude – di fronte a una vostra disponibilità, annullerò tutti gli impegni e tutte le cautele. Anzi, quelle le ho abbandonate già. Grazie, sempre. Pippo”.

La replica immediata e positiva di Fratoianni. Ma Speranza aveva già detto sì domenica scorsa. Ambiguità da Campo progressista confermate dal giovane Capelli

La prima, ed unica replica che è giunta alla missiva di Civati, nel momento in cui scriviamo, giunge da Nicola Fratoianni con un tweet secco, ma significativo: “Dimmi luogo, data e ora. Io ci sono”. In fondo, Fratoianni conferma quanto di buono era già emerso domenica mattina in conclusione del Politicam di Possibile a Reggio Emilia. Ed è probabile, molto probabile, che anche Articolo1-Mdp non tarderà a fornire la propria disponibilità all’incontro proposto da Pippo Civati. L’unica incognita vera riguarda proprio Campo progressista. Già l’intervento del giovane Capelli, ex delegato del sindaco Pisapia ai diritti della città di Milano, non era stato chiarissimo da questo punto di vista. Anzi, era sembrato una specie di corpo estraneo rispetto agli altri tre, Speranza, Fratoianni e Civati, che convintamente avevano risposto alle attese delle centinaia di persone confluite al Chiostro della Ghiara di Reggio Emilia. Il giovane Capelli, in fondo si era limitato a ribadire il discorso di Pisapia a piazza Santi Apostoli a Roma lo scorso primo luglio, a partire ad esempio dai migranti, quando ha riciclato la marcia dei centomila del 20 maggio a Milano, dimenticandosi però del decreto Minniti (rammentato invece da Fratoianni), della politica del blocco degli sbarchi, della confusione dello Ius soli, del tira e molla a Bruxelles del governo Gentiloni (mai citato da Capelli, ma sonoramente martellato da Civati, soprattutto quando ne ha stigmatizzato la politica estera e della Difesa, a proposito di vendita di armi italiane a paesi in guerra e dittatoriali). Oppure quando ha rilanciato forme di meritocrazia all’università, anch’esse sotto il tiro di Fratoianni, che invece, come Corbyn, ne ha proposto l’universalità e la gratuità. Capelli ha dimenticato di citare, a proposito del mercato del lavoro, le vittime del Jobs act di Renzi e del Pd, quei giovani, di cui ha tanto parlato, senza però incidere sulle responsabilità dei mille giorni del segretario del Pd. Né Capelli aveva osato di incidere sul tema della riforma costituzionale affossata il 4 dicembre (chissà come ha votato. Sì, come Pisapia?). Insomma, una sinistra si unisce perché, come aveva ribadito Speranza, il Pd renziano ha fallito, mostrandosi subalterno a politiche neoliberiste e di destra. Perciò, Speranza tornava efficacemente sul punto sostanziale dell’esercito di iscritti, dirigenti e militanti che dal Pd escono delusi e sconfitti, ai quali vanno aperte porte e finestre della nuova casa, senza giudicare il quando, il come e il perché, ma ascoltandone i bisogni e le speranze per un’Italia migliore. Anzi, come aveva concluso Civati, “nasce una sinistra unitaria per cambiare l’Italia”.

L’articolo di De Angelis su Huffington Post: “la rotazione dei candidati proposta da Pisapia sembra il principio di Marat”, per Enrico Rossi

E che la questione della posizione di Campo progressista non sia affatto conclusa, lo dimostra un articolo di Alessandro de Angelis su Huffington Post, dal titolo molto provocatorio “teste mozzate e Renzi. Pisapia agita i compagni”. De Angelis paragona la pretesa di Pisapia di imporre il cosiddetto principio della rotazione nella definizione delle candidature. Una proposta bollata da Enrico Rossi, come “quel principio giacobino teorizzato da Marat che risolveva il problema indicando ogni giorno le teste da tagliare”. E sempre secondo De Angelis, Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, pare che l’abbia bocciato “come un approccio renziano, la rottamazione”. Insomma, stando all’articolo di Huffington Post, ma anche da altri segnali che giungono da Milano, sono molteplici i problemi da risolvere nel rapporto tra gli ispiratori del nuovo soggetto politico di sinistra e Giuliano Pisapia.

De Angelis riassume così i problemi sorti: “Pisapia ha chiesto agli altri in prospettiva di sciogliersi e cedere sovranità nell’ambito di un processo più ampio e gli altri gli hanno fatto capire che non se ne parla; Pisapia ha alzato un muro verso Sinistra Italiana e Speranza sta lavorando per una cabina di regia con dentro i vari pezzi della sinistra, compresa Sinistra Italiana; Pisapia vorrebbe applicare a tutti, a partire da sé il limite dei due mandati, gli altri pensano a una forma di primarie dal basso; Pisapia non ha detto una parola sul governo, mentre gli altri si preparano a un autunno caldo”.

Gli appuntamenti romani, delicati e complessi, di Pisapia

Intanto, una riunione delle aree di Campo progressista oggi a Milano è servita a fare il punto della situazione sulla strategia legata al cantiere del centrosinistra. Già martedì Pisapia sarà a Roma e mercoledì vedrà Speranza. L’intenzione, spiega uno dei fedelissimi dell’ex sindaco di Milano, è quella di accelerare sul progetto di una cabina di regia che non tenga conto dei ‘numeri’ in Parlamento o di eventuali veti dei dirigenti ma dei progetti e del programma per il futuro. Ma restano i nodi da sciogliere. L’idea di procedere attraverso una ‘rotazione’ lanciata nei giorni scorsi dall’ex sindaco di Milano ha creato non pochi malumori in Mdp. L’annuncio di Pisapia di non volersi candidare e’ stato poi considerato da diversi esponenti di Articolo 1 come un atto di disimpegno. “Non c’è un progetto alternativo – spiega un ex Pd – ma serve una maggiore chiarezza su cosa si intende fare. Non c’è spazio per un dialogo con il Pd e nemmeno si può chiudere ad alcuni di noi di non candidarsi”. Gli ex dem inoltre mettono sul tavolo l’eventualità di uscire dalla maggioranza qualora non ci dovesse essere un confronto sulla legge di bilancio. “Basta inseguire la destra”, è il monito di Speranza. La frenata sullo ius soli viene vissuta come un ulteriore segnale della mancanza di un cambio di rotta.

Intanto, anche Bobo Craxi rivendica un posto, “da socialista”, nel nuovo soggetto politico

“Si è avviato in questi giorni un dialogo fecondo circa l’indirizzo politico e identitario del nuovo soggetto che sta nascendo nella sinistra italiana”, afferma in una nota Bobo Craxi, leader di Area socialista, la formazione che si è scissa dal Psi per aderire al nuovo soggetto politico che sta nascendo sul fianco sinistro del Partito democratico. “La suggestione promossa da Enrico Rossi”, dichiara Craxi nella nota, “circa la necessità di dare un’impronta socialista all’operazione è stata colta da diverse associazioni e soggetti che fanno capo all’Area socialista. Penso che l’appello vada esteso anche al Psi, affinché superi la posizione del suo attuale segretario-viceministro, attardato su posizioni di fedele retroguardia ‘renziana’. Non credo, inoltre”, prosegue Craxi, “che Pisapia intenda restare ‘intrappolato’ sotto la guida di un leader sconfitto lo scorso 4 dicembre 2016 e ormai ‘indigesto’ a buona parte della sinistra, anche riformista, con crescenti problemi di credibilità internazionale”.

Da jobsnews


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