Amnesty International ancora una volta nel mirino di Erdogan. La polizia turca ha arrestato oggi la direttrice di Amnesty Turchia insieme ad altre 11 persone, nel corso di un’operazione a Buyukada, isola a largo della città di Istanbul.
L’organizzazione per i diritti umani, confermando l’arresto di Idil Eser, insieme ad altri nove attivisti per i diritti umani mentre partecipavano a un meeting di formazione sulla
sicurezza informatica in un hotel di Buyukada, ha fortemente condannato quest’ennesima azione repressiva nei loro confronti.
“Si tratta di un grottesco abuso di potere che evidenzia la situazione precaria degli attivisti per i diritti umani nel paese – ha sottolineato il segretario generale di Amnesty, Salil Shetty – Idil Eser e gli altri arrestati devono essere liberati immediatamente e senza condizioni”.
Lo scorso 7 giugno a finire in carcere era stato Taner Kilic, presidente di Amnesty International Turchia, coinvolto in un’inchiesta con altri 22 avvocati con l’accusa di essere legato alla rete fondata dal predicatore islamico Fethullah Gulen, ritenuto l’organizzatore del fallito colpo di stato del luglio 2016.
La notizia, diffusa da alcuni media turchi indipendenti sulla rete Twitter, era stata confermata dalla sezione italiana di Amnesty International.
“Il fatto che la purga successiva al tentato colpo di stato abbia raggiunto persino il presidente di Amnesty International dimostra fino a che punto il governo turco sia arrivato. La storia di Taner Kilià parla chiaro: è quella di un uomo che ha sempre difeso quelle libertà che le autorità di Ankara stanno cercando di annullare” aveva commentato Shetty.