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Ballottaggi. Disastro Pd: sonora sconfitta a Genova, Spezia e l’Aquila

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Centrodestra avanza. Grillini vincono a Carrara. Rosato e Orlando ammettono la sconfitta. Ricci no

Di Pino Salerno

Quando mancano ancora i dati di circa 1600 sezioni, a livello nazionale, sembra ormai profilarsi una tendenza politica netta nei ballottaggi di domenica: disastro del Partito democratico, avanzata impetuosa del centrodestra, sorpresa dei grillini, in gran parte dei comuni dove erano presenti. Il Partito democratico perde contro il centrodestra nei tre capoluoghi di regione, Genova, L’Aquila e Catanzaro; perde Pistoia, dove la sinistra mai aveva perso in 70 anni, e Carrara, dove viene battuto dal candidato pentastellato, mentre vince a Lucca per soli 350 voti, in Toscana; perde dal centrodestra a Como, Lodi e Monza in Lombardia; consegna Alessandria al centrodestra in Piemonte; perde malamente a La Spezia in Liguria; perde a Parma, dove Pizzarotti fa il bis, e a Piacenza in Emilia Romagna; regge a Taranto e Lecce; perde a Oristano. L’unico risultato in controtendenza è Padova, dove però il candidato Giordani aveva accettato l’apparentamento col candidato della sinistra Lorenzoni, forte di un 22% al primo turno. A Verona la coalizione di centodestra vince con il 58% circa. Ovunque votanti in netto calo e al di sotto del 50%.

Le pesanti e storiche sconfitte di Genova e La Spezia

Risultato storico a Genova che sarà governata per la prima volta nel dopoguerra dal centrodestra. Quando mancavano 50 sezioni su 650, Marco Bucci, candidato del centrodestra, aveva un largo margine contro Crivello, centrosinistra: 55,25% contro il 44,75%. I timori della vigilia sono stati così confermati con nettezza, anche se negli ultimi giorni alcuni sondaggi avevano dato il candidato del centrosinistra in netta rimonta. Il risultato di Genova viene rafforzato dalla vittoria anche a la Spezia, dove il candidato di centrodestra Pierluigi Peracchini domina il ballottaggio col 59,96% rispetto al 40,04% di Paolo Manfredini del centrosinistra. Bucci arriva a palazzo Tursi forte di una alleanza che vede riunito tutto il centrodestra da Forza Italia, Lega, Fdi, i fittiani e la versione ligure di Alternativa popolare. Un modello che è già stato sperimentato con successo per la Regione, strappata al centrosinistra nel 2015. Il voto di domenica, chiude simbolicamente un cerchio per il centrodestra che incassa il premio principale della regione, dove l’anno scorso aveva conquistato anche Savona. Il modello del governatore Giovanni Toti ora è in attesa di esportazione mentre il Pd e il centrosinistra in Liguria dovranno fare i conti seriamente con una lunga scia di sconfitte, in una roccaforte che ha deciso di abbandonare la sua tradizionale affezione rossa preferendo il centrodestra a trazione leghista e scartando la proposta del M5S, nella città del suo fondatore Beppe Grillo. Si chiude così un’epoca per Genova, ma anche per il sindaco uscente Marco Doria che si è congedato dal suo mandato con una nota amara nella quale afferma di voler continuare a sognare malgrado “personaggi squallidi e opportunisti” sul suo cammino.

Le prime reazioni dal Pd. Orlando e Rosato: “abbiamo perso quasi ovunque”. Ricci: “il vero avversario è Salvini”

“Il Pd isolato politicamente e socialmente perde quasi ovunque. Cambiare linea. Ricostruire il centrosinistra subito”, dice Andrea Orlando su twitter. “Abbiamo pagato moltissimo le divisioni interne. Demotivare i nostri elettori con questa parcellizzazione lo abbiamo pagato. A Genova un astensionismo così elevato è sicuramente frutto di un pezzo del nostro elettorato che non è andato a votare”, ha detto il capogruppo Pd Ettore Rosato intervenendo a Porta a Porta. “I candidati alle amministrative – ha aggiunto – non sono i candidati di Renzi. Sono i candidati del centrosinistra, civici spesso”. “Chi vuole riaprire il congresso sbaglia”, la linea del partito del Nazareno, “il nostro vero avversario sarà la destra a trazione Salvini, i Cinquestelle sono scomparsi”. “L’analisi della coalizione è sbagliata, riaprire una discussione interna è superficiale”, dice Matteo Ricci, il responsabile Enti locali del Pd.

Gotor, Mdp: “inascoltati, abbiamo ripetuto che c’era un vento di destra”

“Questi risultati dimostrano la necessità di un profondo cambiamento del centrosinistra che perde qualsiasi attrattiva se imperniato intorno al Pd di Renzi. In questi anni abbiamo sostenuto quanto fosse strategicamente sbagliato provocare una rottura a sinistra per cercare i voti della destra inseguendo una autosufficienza arrogante e solipsistica. E inascoltati abbiamo ripetuto che c’era un vento di destra che soffiava nel Paese a cui non si poteva rispondere ammainando le bandiere e i valori della sinistra. Nel corso di questa campagna elettorale il neo-segretario del Pd si è nascosto fuggendo dalle sue responsabilità, ma evidentemente ciò non è bastato. Chi ha seminato vento raccoglie tempesta”. Lo afferma il senatore di Mdp Miguel Gotor.

Da jobsnews

 

 


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