BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Muro contro muro

0 0

I modelli di sostenibilità detti anche modelli di business sono da sempre il grande problema della rivoluzione digitale almeno nel nostro settore: l’informazione. Lo abbiamo detto tante volte oramai anche su queste colonne, non esiste un modo per sopravvivere per i giornali, meglio, per le aziende editoriali, nel mondo digitale. Il modello analogico di sopravvivenza continua ad essere l’unico, sebbene in fortissima crisi, che a tutt’oggi riesce a far resistere il comparto dell’editoria giornalistica. Nell’ultima edizione di digit, il festival dedicato al giornalismo digitale,  creato e realizzato da noi di Lsdi, abbiamo provato a mettere a confronto due modelli economici possibili: lo sfruttatissimo ma ancora non perfetto “metered paywall” contro il solo teorico, ahimè al momento, modello Jarvissiano (chissà se ci è concesso il neologismo) del “reversed paywall”. A parlarne nelle due ore di wrkshp a loro concesse a #digit16 in quel di Prato presso la Camera di Commercio sono venuti due esperti della materia: il giornalista digitale, ma anche imprenditore del ramo, Alberto Puliafito, e l’esperto di marketing digitale ma anche giornalista (suo malgrado) anche se non lo ammetterà mai nemmeno sotto tortura: Pierluca Santoro. A loro la parola e buona lettura!

L’incontro inizia con una breve prolusione di Pierluca Santoro che riassumiamo  in alcuni estratti:

“Le attese sui ricavi da paywall contano poco e nulla rispetto alla reale sostenibilità aziendale delle aziende editoriali globali secondo gli ultimi dati in nostro possesso.  C’è una forte contrazione nella raccolta pubblicitaria nell’ultimo decennio 2005-2015.  La contrazione è evidente su tutti i media ma ha colpito in particolare maniera la carta stampata. Nonostante questo si vede anche un permanere nell’interesse delle aziende, nonostante la crisi, nello scegliere di pianificare la propria pubblicità sui media d’informazione. Come quote il digital adv sta per raggiungere e superare la tv leader incontrastata per ora degli investimenti pubblicitari da parte delle aziende. La scelta di tutti i media deve essere quella di profilare gli investimenti in pubblicità, orientare nel miglior modo possibile gli investimenti pubblicitari delle aziende verso il proprio medium. Un giornale di carta a 1 euro, un euro e venti o un euro e cinquanta non riesce a guadagnare solo con le vendite,  andrebbe venduto minimo a 5 euro a copia per riuscire a guadagnare. I media hanno sempre guadagnato “vendendo” i propri lettori non solo i propri prodotti. Questo determina che il focus delle aziende editoriali  è sempre stato fino ad oggi più sull’investitore pubblicitario che sul lettore perchè sono questi investimenti a garantire la sussistenza. In questa fase l’editoria sta perdendo lettori e quindi di conseguenza anche gli investitori”… Continua su lsdi


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21