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Camera e Senato non assumono disabili: la Procura apre un fascicolo

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La denuncia è stata formalizzata da Luigi Bonifacio, padre di un ragazzo con disabilità cognitiva, insieme all’associazione “Tutti nessuno escluso”. Sotto accusa “le mancate assunzioni nei relativi concorsi di reclutamento di personale di Camera e Senato, banditi dopo l’entrata in vigore della legge”

 

ROMA – Camera e Senato non applicano la legge 68/99, violando così il diritto delle persone con disabilità all’inserimento lavorativo: la denuncia arriva da Luigi Bonifacio, padre di un ragazzo con disabilità cognitiva, che solo dopo una lunga battaglia ha ottenuto per suo figlio l’impiego a cui aveva diritto presso il comune di Roma. Adesso Bonifacio torna all’attacco, insieme all’associazione “Tutti nessuno escluso”, reclamando per le persone con disabilità il diritto al lavoro, così come previsto dalla legge 68/99. Prima sotto forma di petizione al Senato, nel novembre 2016, poi sotto forma di denuncia alla Procura di Roma, Bonifacio ha contestato “le mancate assunzioni, nei relativi concorsi di reclutamento di personale di Camera e Senato, banditi dopo l’entrata in vigore della legge citata”.

Un atto formale e di una certa complessità, ci racconta Bonifacio, “visto che in Procura bisogna recarsi personalmente e compiere tutta una serie di passaggi burocratici e amministrativi. Ma non mi sono scoraggiato, sono arrivato fino in fondo e qualche giorno fa ho ricevuto la notizia che premia la mia tenacia e quella dell’associazione ‘Tutti, nessuno escluso’: la Procura di Roma ha aperto un fascicolo nei confronti dei responsabili di Camera e Santo per violazione delle norme della legge 68/99. Il fascicolo (n. 65293/17) è stato per ora istruito contro ignoti. Spero con tutto il cuore che sia sanzionato questo reato grave ed odioso, che lede i diritti di cittadini in difficoltà e socialmente fragili. Ho visto quanto il lavoro abbia migliorato e valorizzato mio figlio, che finalmente, dopo una lunga battaglia, nel 1989 è stato assunto dal comune di Roma: è soprattutto questo che mi motiva a portare ora avanti questa battaglia a livello nazionale, evidenziando una contraddizione che non può perpetuarsi: le massime istituzioni dello Stato che violano le leggi che si sono date, a tutela dei più vulnerabili”. (cl)

Da redattoresociale


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