Che fine ha fatto l’incontro che sarebbe avvenuto fra Casaleggio e Salvini? La domanda è interessante, sia dal punto di vista politico sia da quello dei rapporti tra politica e informazione. Ricordate? Sono trascorse appena quarantotto ore dall’esplosione del “caso”, con indubbi e interessanti risvolti politici, sulle strategie dei partiti coinvolti, i Cinque Stelle e la Lega, e sulle ipotesi di formazione di governi inediti nella prossima legislatura. L’incontro segreto è stato svelato da la Repubblica, smentito nella maniera più categorica dai diretti interessati, ma ribadito sdegnosamente da cronisti e direttore della importante testata, fra minacce di querele, appelli alla libertà di stampa, richieste di dimissioni e veleni politici.
“Su invito del direttore di Repubblica”, postava Di Maio, “ho dato mandato al mio avvocato di querelarlo per la bufala di stamattina. Il direttore Calabresi avrà modo di esibire le prove su questo fantomatico incontro, in tribunale, come lui stesso ha detto di voler fare”. Replicava autorevolmente Calabresi: “Curioso che Di Maio chieda a noi di svelare le nostre fonti. Se ci quereleranno, dimostreremo le nostre ragioni in tribunale”. Twittava Grillo: “#CalabresiRispondi: ti dimetti o ci dici la data del fantomatico incontro?”. Postava Casaleggio: Calabresi “ci dica invece quando è stato fatto l’incontro e dove si è svolto. Due ottime fonti dovrebbero saperlo. Venga pubblicato il luogo preciso, il giorno preciso e l’ora precisa. Io pubblicherò la mia agenda personale e dimostrerò a tutti dove mi trovavo e cosa facevo quel giorno, se necessario con l’ausilio di testimoni. Se sarà dimostrato, e sarà dimostrato, che io il giorno indicato ho fatto altro, allora credo che coerentemente il direttore Calabresi dovrà immediatamente dimettersi. Se il direttore Calabresi invece lancia il sasso ma nasconde la mano, e si rifiuta di pubblicare la data precisa dell’incontro allora prenderemo atto del fatto che si sono inventati tutto di sana pianta e procederò alle vie legali, tramite la richiesta di costituzione di un Giurì d’onore o con una querela, per tutelare la mia onorabilità”.
Eravamo rimasti, dunque, alla sfida a presentarle le querele, alla pretesa di prove sull’effettivo svolgimento di quell’incontro, all’attesa dell’ammissione che “sì, c’è stato” o di pubbliche scuse tipo “sì, abbiamo preso una cantonata”. Per cui è comprensibile e ampiamente giustificata la curiosità con cui si attendevano oggi sviluppi e chiarimenti. Ma sui giornali di oggi c’è poco o niente: la gran parte di essi – a cominciare dal Corriere della Sera – ha ignorato la vicenda. Per non fare pubblicità a una testata concorrente o al contrario per rispetto o sudditanza.
Andiamo a leggere la Repubblica. Al “caso” (proprio così dice l’occhiello) è dedicato il colonnino di spalla, in quarta pagina. Ecco il titolo: “Lega-5Stelle. Maroni: normale dialogo fra leader. Ma Fico chiude”. Interessante. Sembra di capire che, nonostante la smentita di Salvini in persona, il leghista presidente della Regione Lombardia ed ex-ministro confermi l’incontro. E invece no. Cominciamo a leggere: “Milano. Il dialogo tra due capi di partito ‘è normale, soprattutto quando ci sono punti di interesse comune’…”. Un dialogo, quindi, non l’incontro Casaleggio-Salvini. Di dialogo, peraltro, parlava il titolo. Ma lo faceva sotto la dicitura “IL CASO”, con evidente riferimento a quell’incontro e alle polemiche che ne sono seguite. Però la parola “caso” può riferirsi appunto anche solo alle polemiche politiche…
Insomma, cominciamo a sospettare che si tratti di una titolazione e di un articoletto furbi, ambigui e comunque senza le notizie e gli sviluppi che ci si aspettava, dopo il duello feroce, al massimo livello, svoltosi su quel “caso” appena ventiquattr’ore prima.
Poche righe più giù, ed ecco una vera enormità in tal senso, buttata così, furbescamente, come fosse inessenziale, in un inciso fra due trattini. “L’ex ministro dell’Interno e segretario della Lega – oltre a non smentire quanto raccontato da Repubblica – aggiunge che…”. E qui Maroni ha aggiunto le ragioni politiche del dialogo e di un’eventuale alleanza tattica fra Lega e 5Stelle. “Il presidente della Regione ha confermato infine di aver visto Casaleggio jr lo scorso gennaio…”.
Che significa “oltre a non smentire quanto raccontato da Repubblica”? Che le ragioni politiche del dialogo, di per sé, confermino che l’incontro Casaleggio-Salvini si é svolto. Che la Repubblica ha ragione e Casaleggio e Salvini sono due emeriti bugiardi? Significa che Maroni ha “non smentito” e quindi confermato quell’incontro? E che significa, “inoltre”, che Maroni ha incontrato cinque mesi fa Casaleggio? Che questo confermi il discusso incontro Casaleggio-Salvini di cinque mesi dopo?
C’è proprio da vedere cosa succederà e cosa si scriverà nei prossimi giorni. L’ipotesi più ragionevole è che la Repubblica faccia un passo indietro, in qualche misura cominciato e annunciato con l’imbarazzatissima e imbarazzante nota di oggi. Ma ci sarà da osservare anche l’atteggiamento di Casaleggio, Grillo e grillini. Partiranno effettivamente le querele? O accoglieranno un possibile invito al disarmo bilaterale? Oggi, sul blog di Grillo, non sembrava che si rincarasse la dose e si approfondisse la polemica ai danni di Calabresi.