La stampa continua a fare il suo dovere, pone domande e cerca risposte e riporta alla ribalta la strage di Ustica. In questa occasione mi riferisco all’ultimo numero in edicola de l’Espresso. Intanto questo è importante mentre le indagini Procura della Repubblica di Roma, si arrendono con la richiesta di archiviazione. Ma riparlando di Ustica oggi, senza entrare nel merito delle tesi dell’Espresso, mi sento di ritornare, ancora e con grande emozione, a Andrea Purgatori che affermava: Ustica è una partita a quattro tra Italia, Francia, Usa e Libia, tutte nazioni protagoniste e legate da un vincolo di “obbligata “ segretezza.
La Francia che era nei nostri cieli per proseguire l’annoso scontro con la Libia per il dominio nell’Africa centrale, gli Usa che proteggevano un massiccio e “urgente” ponte aereo per portare materiale militare per sostenere l’Egitto, passato da poco nell’area occidentale, dalla minacciosa e incombente pressione libica, la stessa Italia reticente per coprire gli equivoci e profondi legami con la Libia, grande conclamata nemica dell’Occidente.
Questa rimane la “cornice” nella quale inserire la verità che ci ha consegnato il giudice Priore : “Fu un atto di guerra: è stata spezzata la vita a 81 cittadini innocenti con un’azione, che è stata propriamente atto di guerra, guerra di fatto e non dichiarata, operazione di polizia internazionale coperta contro il nostro Paese, di cui sono stati violati i confini e i diritti. Nessuno ha dato la minima spiegazione di quanto è avvenuto”.
Ma c’è un’altra partita oggi da considerare: la partita per la verità. i protagonisti sono i parenti delle vittime con la società civile, la stampa, la magistratura, e il potere politico e il governo. Si può affermare che società civile e parenti hanno fatto fino in fondo il loro “dovere”, lo ha sempre fatto e lo sta facendo, come sottolineavo, la stampa.
La Magistratura con fasi alterne e con luci e ombre ha dato il suo contributo soprattutto consegnandoci con Priore la verità. Ma oggi quasi si arrende con la richiesta di archiviazione. Rimane sempre e comunque totalmente deficitario l’impegno dell’Esecutivo.
In questi 45 anni abbiamo avuto dai Governi che si sono succeduti solo tre comportamenti “efficaci e risolutori”: l’impegno del sottosegretario Amato per il recupero del relitto, la decisione del Governo Amato-Andò per la costituzione di parte civile contro i militari indagati e infine l’intervento effettivamente risolutore del Governo Prodi Veltroni presso la Nato, che permette ai magistrati di leggere quei tracciati radar, che i militari in Italia non mettevano a disposizione e chiudere definitivamente le indagini.
E oggi dobbiamo prendere atto e pretendere che l’Esecutivo, il nostro Governo, deve diventare protagonista: è il nostro governo che deve pretendere da Stati amici e alleati la totale collaborazione. Ricordiamo che i giudici hanno denunciato come causa del loro “fallimento” la mancanza di collaborazione internazionale. Ancora una volta e oggi più che mai è il Governo che deve avere la determinazione per rappresentare i suoi cittadini, il loro bisogno di verità e giustizia i loro diritti, nella difesa senza eccezioni della dignità di una nazione colpita da un atto di guerra in tempo di pace.