Oggi pomeriggio a Latina un’anteprima della rassegna culturale Lievito che si svolgerà nel capoluogo pontino dal 25 aprile al 2 maggio e nella quale – anche quest’anno – Articolo 21 sarà media partner.
Ospite della giornata è stato Luigi de Magistris, già magistrato, europarlamentare, sindaco di Napoli che ha presentato il suo ultimo libro “Poteri Occulti. alla P2 alla criminalità istituzionale: il golpe perenne contro Costituzione e democrazia “ (Fazi).
Padrone di casa Damiano Coletta, ex sindaco di Latina che nel suo mandato più volte si è confrontato con l’esperienza amministrativa napoletana sulla gestione dei beni pubblici e “padre” di Lievito, con Giancarlo Luciani, già presidente Anpi e segretario di Rifondazione Comunista e Vittorio Buongiorno, direttore del Messaggero di Latina, come moderatore.
Prima di cominciare Luigi de Magistris ha ribadito la sua vicinanza alla famiglia Paciolla nella richiesta di verità per giustizia per Mario. Una battaglia che non può essere solo della famiglia e della cittadinanza ma anche dello Stato che deve pretendere dall’Onu e dalla Colombia la verità sulla morte di Mario.
Il libro “Poteri Occulti”, è drammaticamente attuale, soprattutto ora che certi poteri non si nascondono più e agiscono in spregio a ogni regola democratica alla luce del sole .
De Magistris parte dalla sua esperienza diretta per raccontare l’esistenza di un sistema occulto capace di influenzare scelte istituzionali, indirizzi legislativi e orientamenti mediatici.
Un sistema trasversale, che vede protagonisti colletti bianchi, massonerie deviate (massomafie), pezzi delle istituzioni, servizi segreti, imprenditori, e che si esprime attraverso una vera e propria criminalità istituzionale: sofisticata, integrata nel cuore dello Stato.
Chi si oppone al sistema, chi non ne fa parte, chi non “appartiene” a nessuno viene isolato, messo ai margini, “perseguitato” per anni con denunce (de Magistris detiene il record di interrogazioni parlamentari contro di lui e di centinaia cause civili e penali che gli richiedono uno sforzo immane per la difesa).
Il libro sviluppa l’idea di un “golpe perenne”, un’erosione continua e sistematica dei principi costituzionali e della democrazia sostanziale. Un potere che non ha bisogno di ricorrere a metodi eclatanti ma che agisce – ora più che mai – attraverso strumenti legali e riforme funzionali al consolidamento di un assetto verticistico, repressivo e autoritario.
De Magistris ricostruisce tappe emblematiche della storia italiana per mostrare la continuità di queste dinamiche: dalla strage di Piazza Fontana al Caso Moro, dal depistaggio sulla strage di via D’Amelio alla stagione delle stragi mafiose, fino al ruolo delle logge segrete come la P2 e al loro lascito ancora presente nella politica italiana contemporanea. Ha ricordato Tina Anselmi, presidente della Commissione parlamentare P2 che definì i poteri occulti come entità che, attraverso l’infiltrazione nei gangli vitali dello Stato, condizionano la macchina statale, rappresentando un grave rischio per la democrazia, privando i cittadini del loro reale potere decisionale nella vita politica del paese, creando così uno “Stato invisibile” in antitesi alla democrazia.
De Magistris ha parlato della convergenza, tra partiti di destra e settori del centrosinistra, al mantenimento di equilibri consolidati tramite l’alternanza del potere.
Nel libro si tratta anche il controllo dell’informazione: un potere che non si esercita più solo tramite la TV o la stampa tradizionale, ma attraverso la gestione degli spazi digitali e delle piattaforme social, in un’epoca in cui la manipolazione dell’opinione pubblica è diventata capillare.
A questo aggiungiamo noi le querele bavaglio, il mancato recepimento dell’European Media Freedom Act, il totale controllo della Rai e l’art. 31 del DL Sicurezza che seppur parzialmente modificato mette in discussione il principio cardine del giornalismo sulla tutela delle fonti.
La pandemia e la guerra in Ucraina poi, secondo de Magistris, hanno segnato una nuova fase di rafforzamento di questo sistema: lo stato d’emergenza è diventato lo strumento ordinario di governo, giustificando sospensioni dei diritti e repressione del dissenso. Una tendenza che risponde a una strategia precisa: controllare il denaro pubblico, perpetuare emergenze, criminalizzare il dissenso.
Ma il libro è anche un manifesto di resistenza e speranza. De Magistris racconta la sua esperienza da sindaco di Napoli come laboratorio costituzionale e politico alternativo, dove l’alleanza tra istituzioni municipali, movimenti sociali, centri culturali e cittadini ha permesso di immaginare un modello di gestione dei beni comuni in netta contrapposizione alle logiche del potere dominante.
“Poteri Occulti” è dunque una chiamata alla cittadinanza attiva, all’azione collettiva, un invito a riscoprire il valore della partecipazione, della mobilitazione popolare e della coscienza critica.
Solo attraverso una profonda presa di coscienza e una mobilitazione dal basso sarà possibile spezzare le catene del potere invisibile e riappropriarsi della democrazia come spazio reale di giustizia, diritti e uguaglianza. Perché questa è la missione che ci assegna la Costituzione italiana, quella scritta dalle madri e dai padri costituenti che hanno conosciuto il nazifascismo, la guerra, la prigione, la tortura e l’assassinio.
Hanno reso forte la Costituzione che seppur continuamente tradita o disattesa, contiene però al suo interno l’antidoto democratico: l’Articolo 1 afferma che la sovranità appartiene al popolo, mentre l’Articolo 3, al secondo comma, assegna alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono libertà, uguaglianza e pieno sviluppo della persona.
Questa non è solo una dichiarazione di principio, ma un compito attivo: ci chiama appunto all’impegno, alla militanza civile, alla responsabilità collettiva.
“Rimuovere” significa agire. La Repubblica siamo noi, non le istituzioni: abbiamo noi il dovere di contrastare l’indifferenza e l’ingiustizia.
Se i principi fondamentali non sono attuati, spetta al popolo unirsi al compito della Repubblica per trasformare la realtà senza indugiare nell’inerzia.