Trump ha annunciato l’introduzione di dazi paese per paese, incluso il territorio australiano delle isole Heard e McDonald, abitate solo da pinguini. (Che gliel’avranno fatto mai, ‘sti pinguini?) In un colpo solo, ha minacciato dazi al 500% per chi fa affari con la Russia, lanciato minacce di bombardare l’Iran e prospettato piani militari anche per la Groenlandia. Ci aspetta un periodo storico particolarmente interessante, anche se, su questo punto di vista, avrei preferito una buona dose di noia.
Conosciamo già da tempo alcuni degli effetti nefasti del cannibale capitalismo statunitense, come quello dell’industria della Coca-Cola, che continua a essere il principale inquinatore di plastica al mondo. E quello di aver privato la popolazione di San Cristóbal de Las Casas, in Messico, dell’accesso all’acqua potabile, costringendo molti abitanti a consumare quasi esclusivamente questa bevanda, con conseguenze devastanti per la loro salute.
Dal colonialismo al capitalismo più spregiudicato, il salto è stato breve, come uno sbattere d’ali di farfalla nella storia dell’umanità. Lezioni dalla storia? Non pervenute. Preoccupazione per la salute del pianeta, per la vita delle future generazioni? Idem.
In compenso, la propaganda in rete, di cui mi preoccupo da diversi anni (vedi il mio articolo Libertà d’espressione e istigazione all’odio, scritto per il sito di Francesco Russo nel dicembre 2012), ha vinto. Ha vinto perché è stata lasciata libera di colpire le pance, ed è riuscita a diffondersi come le spore di un fungo, come insegna Hannah Arendt. L’odio, essendo superficiale, si sparge ovunque.
Hanno vinto le “voci libere” che attaccavano chi si preoccupava di una possibile deriva pericolosa, e questa deriva è stata molto più pericolosa di quanto potessimo immaginare. Non solo Trump, ma molti esponenti politici mondiali, compresi i nostri “caserecci”, sono riusciti nell’intento di far credere che le disgrazie degli uomini e delle donne bianchi occidentali siano causate dai più poveri del pianeta.
Internet, che ammetto ingenuamente pensavo avesse unito le persone con intenti migliori, è diventata il megafono, tramite i social network, di una propaganda al servizio del nazionalismo, del capitalismo e del fascismo.
Preoccupante è anche la politica internazionale, che sostiene l’armamento, le guerre e che, non ascoltando le lezioni di Alessandro Barbero, sembra voler mettersi contro la Russia. Per non parlare delle guerre sparse in varie zone del globo, mai così numerose dal tempo della Seconda Guerra Mondiale. Il diritto internazionale è praticamente fioco di fronte ai crimini di guerra, e alcuni rappresentanti di governi, amici dei criminali, sono anche quelli che sostengono presidenti o torturatori di migranti e detenuti.
Questa propaganda ha dato voce agli esaltati, e ha messo a capo dei governi individui altrettanto pericolosi.
Make America Great Again!
Trump celebra i dazi come una “liberazione”. Una liberazione? Gli statunitensi, che non chiamo “americani” perché l’America è un grande continente con enormi diversità geofisiche e culturali, hanno depredato risorse naturali e schiacciato vite umane. Gli Stati Uniti sono colpevoli di aver sostenuto dittature latinoamericane, che sono costate migliaia di vite a chi sognava un futuro più equo per tutti. Sono colpevoli anche di gravi mancanze al loro interno, come la sanità pubblica, l’apartheid, la violazione dei diritti umani, e ora anche la propaganda e le discriminazioni contro le persone LGBTQIA+ e altre minoranze.
Non sono gli Stati Uniti a dover essere liberi, ma il resto del mondo avrebbe diritto di liberarsi dalla politica marcia di questi predatori.
Capitalismo e le sue implicazioni globali
Il capitalismo statunitense ha avuto impatti significativi a livello globale, che non sempre sono stati positivi. Sebbene in alcuni casi gli investimenti esteri e la presenza di multinazionali abbiano portato benefici, come la creazione di posti di lavoro e il trasferimento di tecnologia, non mancano esempi di pratiche devastanti per altri paesi. È importante notare che gli effetti di questo modello economico non sono omogenei e variano a seconda del paese, del settore e del periodo storico. Di seguito vengono esplorati alcuni dei suoi effetti più problematici, con link di riferimento per approfondimenti.
Sfruttamento delle risorse naturali e degrado ambientale
- “Banana Republics” in America Centrale: Nel XX secolo, compagnie statunitensi come la United Fruit Company (ora Chiquita Brands International) hanno esercitato un controllo quasi totale sulle economie di paesi come Honduras, Guatemala e Costa Rica, sfruttando intensivamente le terre per la coltivazione di banane, spesso a discapito delle coltivazioni locali e con gravi danni ambientali.
- Estrazione di petrolio in Ecuador e Nigeria: Compagnie petrolifere statunitensi come Chevron ed ExxonMobil sono state accusate di danni ambientali in paesi come l’Ecuador e la Nigeria, contaminando corsi d’acqua e distruggendo ecosistemi locali.
- Estrazione mineraria nella Repubblica Democratica del Congo: La domanda globale di minerali, come il cobalto, ha portato a un’intensa attività mineraria in RDC, con gravi conseguenze per le comunità locali, inclusi sfruttamento del lavoro, condizioni di lavoro pericolose e conflitti.
- Smaltimento di rifiuti elettronici in paesi in via di sviluppo: Paesi come Ghana, Nigeria e India sono diventati discariche per i rifiuti elettronici, contaminando l’ambiente con materiali tossici come piombo e mercurio.
Sfruttamento del lavoro e condizioni di lavoro precarie
- Industria tessile in Bangladesh e altri paesi asiatici: Molte multinazionali statunitensi esternalizzano la produzione in paesi come il Bangladesh e l’India, spesso a scapito dei diritti dei lavoratori e delle normative di sicurezza, come evidenziato dal crollo del Rana Plaza nel 2013.
- “Race to the bottom” e dumping sociale: La competizione globale spinge i paesi in via di sviluppo a offrire condizioni favorevoli per le aziende, spesso a discapito dei diritti dei lavoratori e delle normative ambientali.
Interferenze politiche ed economiche
- Sostegno a regimi autoritari: Gli Stati Uniti hanno spesso sostenuto regimi autoritari in cambio di accesso a risorse naturali, contribuendo alla repressione dei diritti umani e ostacolando lo sviluppo democratico.
- Imposizione di politiche neoliberiste: Attraverso istituzioni come il FMI e la Banca Mondiale, gli Stati Uniti hanno promosso politiche neoliberiste che hanno aumentato la disuguaglianza e destabilizzato l’economia in molti paesi.
- Accordi commerciali iniqui: Alcuni accordi commerciali promossi dagli Stati Uniti hanno favorito gli interessi delle multinazionali a scapito delle economie locali e dei piccoli produttori.
Crisi finanziarie e instabilità economica
- Effetti della crisi finanziaria del 2008: La crisi finanziaria iniziata negli Stati Uniti ha avuto ripercussioni globali, causando recessioni e aumento della povertà in molti paesi.
Per maggiori informazioni:
- Banana Republics:
- United Fruit Company (Chiquita): Puoi trovare informazioni sulla storia e l’impatto di questa compagnia su diverse fonti storiche e accademiche. Cerca “United Fruit Company history”, “Banana Republics Central America”.
- Documentario “Bitter Bananas”: Un documentario che esplora le pratiche della United Fruit Company.
- Estrazione di petrolio in Ecuador e Nigeria:
- Caso Chevron in Ecuador:
- Amazon Watch: amazonwatch.org (Organizzazione che si occupa della difesa dell’Amazzonia e delle comunità indigene, con molta documentazione sul caso Chevron).
- Articoli di giornale e rapporti di organizzazioni per i diritti umani: Cerca “Chevron Ecuador lawsuit”, “Texaco Ecuador pollution”.
- Inquinamento da petrolio in Nigeria (Delta del Niger):
- Amnesty International: amnesty.org
- Human Rights Watch: hrw.org/africa/nigeria (Cerca articoli sull’inquinamento da petrolio).
- Caso Chevron in Ecuador:
- Estrazione mineraria nella Repubblica Democratica del Congo:
- Rapporti di organizzazioni come Human Rights Watch e Amnesty International: Cerca “cobalt mining DRC human rights”, “child labor Congo mines”.
- Articoli di giornale e inchieste: Molte testate giornalistiche internazionali hanno pubblicato inchieste sulle condizioni nelle miniere di cobalto.
- Smaltimento di rifiuti elettronici:
- Basel Action Network (BAN): ban.org (Organizzazione che si occupa del problema dei rifiuti tossici e del loro traffico internazionale).
- Documentari come “The Story of Electronics”: Esplorano il ciclo di vita dei prodotti elettronici e il problema dei rifiuti.
Sfruttamento del lavoro e condizioni di lavoro precarie
- Industria tessile in Bangladesh:
- Clean Clothes Campaign: cleanclothes.org (Organizzazione che lavora per migliorare le condizioni di lavoro nell’industria dell’abbigliamento globale).
- Articoli e rapporti sul crollo del Rana Plaza: Cerca “Rana Plaza collapse”, “Bangladesh garment factory safety”.
- “Race to the bottom” e dumping sociale:
- Articoli accademici e rapporti di organizzazioni internazionali (ILO, OCSE): Cerca “race to the bottom globalization”, “social dumping international trade”.
Interferenze politiche ed economiche
- Sostegno a regimi autoritari:
- Documenti storici declassificati (quando disponibili): Cerca archivi nazionali statunitensi e documenti relativi alla politica estera in specifici paesi.
- Libri e analisi di storici e politologi: Ricerca su interventi statunitensi in America Latina, Medio Oriente, ecc.
- Imposizione di politiche neoliberiste:
- Critiche alle politiche del FMI e della Banca Mondiale: Cerca “IMF structural adjustment programs criticism”, “World Bank neoliberal policies impact”.
- Libri come The Shock Doctrine di Naomi Klein: Analizzano l’impatto delle politiche neoliberiste in diversi contesti.
- Accordi commerciali iniqui:
- Analisi di organizzazioni non governative e centri di ricerca: Cerca “criticism of NAFTA”, “impact of free trade agreements on developing countries”.
Crisi finanziarie e instabilità economica
- Effetti della crisi finanziaria del 2008:
- Rapporti di istituzioni finanziarie internazionali (FMI, Banca Mondiale, BIS): Analizzano le cause e le conseguenze della crisi globale.
- Articoli di giornale e analisi economiche: Cerca “global impact of 2008 financial crisis”, “contagion of financial crises”.