Ciò che sembrava impossibile è accaduto. Mettete una mattina nel centro di Roma, in quel Palazzo Grazioli che per anni è stato la dimora di Silvio Berlusconi e ora è la sede della stampa estera. Mettete nella stessa stanza i segretari dei vari partiti di opposizione (Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Riccardo Magi e Maurizio Acerbo).
Mettete uno slogan efficace: “Meno armi, più informazione“, coniato da Marino Bisso e Vincenzo Vita.
Mettete la cittadinanza attiva nella sua massima espressione, e qui non si possono non ringraziare Marco Quaranta, i già menzionati Bisso e Vita e le rispettive comunità, Move On, Rete No Bavaglio e Articolo 21.
Mettete i ragazzi e le ragazze del Caffè, Elisa Sermarini dell’associazione A pieno regime, Sigfrido Ranucci, Angela Caponnetto, Serena Bortone, Roberto Natale, membro di minoranza del CdA RAI, Alfonso Gianni del Comitato per la difesa della Costituzione e ci scusiamo con chi non abbiamo citato ma merita comunque un plauso per esserci stato, essere intervenuto ed essersi impegnato affinché quest’iniziativa sia solo la prima di tante.
Mettete insieme tutte queste realtà e capirete cosa sia accaduto stamattina nella Capitale. Il “campo fertile”, come lo ha chiamato il giovane Giovanni Rossetti, sembra ora un po’ meno lontano, un po’ meno diviso, un po’ meno litigioso. Merito anche della presenza di alcuni membri della Vigilanza (Dolores Bevilacqua e Dario Carotenuto del M5S e Stefano Graziano del PD), che hanno ascoltato con attenzione e interesse i numrosi interventi, impegnandosi a trasformare le proposte odierne, su tutte la liberazione della RAI dal controllo di partiti e lobby, in atti concreti.
Ora bisognerà vigilare attentamente, spronare il “campo fertile” a unirsi e batterci affinché si uniformino le proposte di legge e si possa rendere un progetto comune quella che ormai è un’esigenza inderogabile.
Concludiamo con le parole di Walter Massa, presidente dell’ARCI: “Questa giornata promossa da MoveOn Italia, Articolo 21, Rete #NoBavaglio e tante altre realtà della società civile segna in modo inequivocabile un allarme che da tempo denunciamo: la libertà di stampa in Italia è sempre più a rischio, l’informazione sempre più sotto ricatto. I dati internazionali ci collocano in una posizione imbarazzante, eppure non sembrano più destare stupore.
Il controllo dell’editoria da parte di pochi, la marginalizzazione del giornalismo d’inchiesta, la lottizzazione della Rai, il moltiplicarsi di norme che limitano il diritto di cronaca, sono sintomi di una democrazia che fatica a respirare. Il Media Freedom Act approvato dall’Europa resta inapplicato, e le riforme promesse si arenano sotto il peso di interessi di parte”. Sottrarre il servizio pubblico a ogni logica di potere: è una missione che può valere una vita o, quanto meno, la prossima legislatura, specie se si considera che fino al prossimo 8 agosto (data di entrata in vigore dell’EMFA) l’esecutivo prohabilmente non farà nulla, tanto meno sbloccherà la Vigilanza RAI dal gravissimo stallo in cui l’ha fatta precipitare.
Che la prossima sia legislatura della Costituzione e dei diritti, dopo quella in cui entrambi non sono mai stati così messi in discussione! Rodotà e Laganà, amici carissimi e punti di riferimento per tutte e tutti noi, ce lo chiedono da lassù.