Dopo averci raccontato la storia di Sabato Martelli Castaldi e Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, lo storico Mario Avagliano torna in libreria per raccontarci, alla vigilia dell’ottantesimo anniversario della Liberazione, la vicenda umana, militare e politica di Giovanni Frignani, l’ufficiale dell’Arma dei Carabinieri che eseguì l’arresto di Mussolini e del gerarca fascista Ettore Muti (poi morto in un misterioso conflitto a fuoco).
“L’uomo che arrestò Mussolini”, edito da Marlin, è un viaggio nella biografia, affascinante e dolorosissima, di un personaggio che si intreccia a filo doppio con le vicende del nostro Paese. Volontario nella Grande Guerra, protagonista della Resistenza in divisa e, infine, arrestato e torturato a via Tasso, prima di essere fucilato alle Ardeatine insieme ad altri dodici carabinieri: la sua vita può essere considerata, a tutti gli effetti, un'”autobiografia della Nazione”.
Quella dei Carabinieri, al pari di quella degli IMI (gli internati militari), dei soldati trucidati a Cefalonia, dei martiri di Fiesole, di Salvo D’Acquisto e di tanti altri uomini che, sia pur da posizioni liberali o addirittura conservatrici, si opposero al fascismo, è dunque una resistenza dimenticata, o comunque sottovalutata, e assolutamente da riscoprire. A dimostrazione che il contrario di fascismo non è comunismo: è democrazia, come si evince da ogni articolo della nostra Costituzione, che non a caso, non da oggi, gli eredi di Salò e i cultori della fiamma tricolore vorrebbero stravolgere.