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Il “giornalisticidio” di Gaza. 208 uccisi dal 7 ottobre 2023 ad oggi

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Una sedia sbilenca ed una vecchia scrivania traballante miracolosamente sopravvissute all’attacco israeliano avvenuto la notte scorsa a Khan Younis nel sud della Striscia di Gaza. Ennesime immagini raccapriccianti che arrivano dalla Palestina in fiamme. Sedia e scrivania facevano parte del poverissimo e improvvisato arredamento di una tenda per giornalisti messa faticosamente in piedi dall’agenzia giornalistica Palestine Today che si ostina a diffondere informazioni da una delle aree più martoriate dalla guerra del pianeta. La tenda era stata issata vicino all’ospedale Nasser, forse con l’illusione che razzi e bombe israeliane fossero più clementi nei pressi di un luogo del dolore, insomma che almeno non aggiungessero dolore a dolore. Ma gli attacchi ormai coinvolgono anche le autoambulanze dirette e prestare soccorsi ai feriti e gli ospedali sono un facilissimo e comodo bersaglio. Pietà l’è morta, e da tempo. Le scie di fuoco dei proiettili hanno appiccato il fuoco ai teli di plastica e stoffa della tenda dove lavoravano i reporter che qui avevano trovato un piccolissimo riparo per svolgere alla meno peggio il loro lavoro. Helmi Al-Faqaawi di Palestine Today Tv è morto carbonizzato: mentre i soccorritori cercavano di tirarlo fuori dall’incendio i suoi colleghi hanno filmato le fiamme che gli hanno straziato le carni. Versano in gravi condizioni anche un suo collega che lavora per la Bbc ed un cameraman di Al Jazeera, mentre altri sette cronisti sono ricoverati in ospedale.

Una notizia che non ha trovato eco nei telegiornali italiani di metà giornata, solo veloci accenni in qualche diretta da parte dei corrispondenti: insomma scarso rilievo informativo. Una ennesima strage ignorata perché accade nella parte sbagliata del mondo. Quello in corso a Gaza è stato ribattezzato “giornalisticidio”, un neologismo che ben spiega quanto drammaticamente rileva uno studio del Watson Institute for International and Public Affairs, un centro statunitense di ricerca universitaria interdisciplinare. I giornalisti uccisi dal 7 ottobre 2023 ad oggi a Gaza sono 208. Un numero spaventoso: più di tutti i giornalisti uccisi nella guerra civile americana, della prima e seconda guerra mondiale, delle guerre in Corea e Vietnam (inclusi i conflitti in Laos e Cambogia, guerra nella ex Jugoslavia ed in Afghanistan. Forse l’ordine è proprio quello di abbattere chi si ostina a tenere accese le luci su un conflitto a cui si vuole togliere visibilità. Poiché ai giornalisti stranieri è negata la possibilità di essere nei luoghi del conflitto, i reporter palestinesi (unici testimoni) vengono letteralmente spenti.

Forse per i giornalisti che hanno ancora a cuore la verità è arrivato il momento di alzare la voce, prima che sia troppo tardi.


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