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I familiari delle vittime delle stragi: la procura non ci ha avvertiti dell’archiviazione di Bellini

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Il duro comunicato del Coordinamento nazionale dei familiari delle vittime delle stragi italiane, che riportiamo in calce,  dovrebbe provocare un sussulto nel CSM, nel Parlamento, ma anche nella opinione pubblica. Aldilà delle pur precise e condivisibili censure sul merito delle motivazioni dell’archiviazione decisa dal GIP di Firenze in relazione alla ipotizzata responsabilità di Paolo Bellini nella strage di Via dei Georgofili a Firenze, colpisce come un pugno nello stomaco la ingiusta mancanza di attenzione nei confronti delle vittime (sono “vittime” tanto i morti, quanto i congiunti sopravvissuti, feriti per sempre) di quei crimini odiosi che denunciano di non essere state nemmeno informate della richiesta di archiviazione mossa dalla Procura.
La qual cosa non soltanto integra una precisa violazione di legge ed una non meno grave violazione morale nei confronti della parte più vulnerabile e dolente di queste storie, ma rappresenta anche una evidente contraddizione delle più recenti evoluzioni del diritto costituzionale, giacché il Parlamento italiano ha finalmente approvato in prima lettura una riforma a lungo attesa della Costituzione che inserisce, all’articolo 24, un esplicito riferimento alla tutela delle vittime (dirette ed indirette!), dei reati nel processo. I maestri del diritto insegnano che le leggi vivono nella cultura del tempo e della cultura del tempo, non vorremmo dover accertare che la cultura alla quale appaiono più sensibili certi provvedimenti giudiziari sia quella della normalizzazione democratica, che con la scusa di guardare al futuro, oblitera le responsabilità di quel passato che il futuro lo ha negato a centinaia di persone per bene in questo Paese.

Comunicato Stampa

 

Coordinamento nazionale Associazioni e familiari di vittime delle stragi

Le vittime sopravvissute delle stragi del 1993 e i loro familiari hanno appreso ieri, da organi di informazione, che il GIP di Firenze il 25 febbraio scorso aveva emesso un decreto di archiviazione del procedimento a carico di Paolo Bellini, che era stato indagato per quelle stragi.

Eppure, la legge prevede che, per i delitti commessi con violenza alla persona (art.408, comma 3° bis CPP), l’avviso della richiesta di archiviazione è in ogni caso notificato, a cura del Pubblico Ministero, alla persona offesa.

La Procura di Firenze, invece, non ha provveduto a  avvisare le vittime e i loro familiari, imposto dalla legge, così cancellando perfino l’esistenza delle vittime delle stragi e negando la possibilità di proporre opposizione alla richiesta di archiviazione.

Quello che preoccupa è che quanto avvenuto, da ultimo, a Firenze nel procedimento per le stragi del 1993/94, è solo l’ultimo capitolo di un diffuso, “cattivo costume”.

Anche a Caltanissetta, più volte i familiari delle vittime delle stragi di Capaci e di via D’Amelio sono stati tenuti all’oscuro dalla Procura della Repubblica della avvenuta proposizione di richieste di archiviazione sulle due stragi.

L’ultimo episodio del genere riguarda l’archiviazione, decretata dal GIP di Caltanissetta su conforme richiesta della Procura della Repubblica, del procedimento contro ignoti relativo all’”eventuale coinvolgimento nella strage di Capaci anche di soggetti gravitanti nelle formazioni eversive di destra, tra cui Stefano Delle Chiaie, già deceduto”, archiviato dal GIP di Caltanissetta il 23 aprile 2024.

Anche di quella archiviazione i familiari delle vittime hanno appreso notizia, solo dai giornali, a cose fatte.

Si tratta con tutta evidenza di una ormai ripetuta sottrazione alle vittime delle stragi di prerogative che sono loro riconosciute dalla legge.

Per ciò che attiene al  decreto di archiviazione di Firenze cui si fa riferimento, lascia interdetti e ci chiediamo come si possa parlare di “assoluta mancanza di riscontri circa i legami tra Bellini e la destra eversiva…”, laddove invece proprio la inquietante presenza di Bellini, peraltro ampiamente accertata in atti giudiziari, costituisca una tragica costante che collega le stragi che hanno insanguinato il nostro paese e, la sua figura, sia emblematica della collusione terroristica ed eversiva tra servizi segreti, neofascisti, criminalità organizzata e massoneria.

Risulta veramente difficile convincersi del fatto che non siano riscontrabili legami tra Bellini e la destra eversiva, emergendo questo particolare in tutti gli atti di primo e secondo grado del processo di Bologna e annoverando, a titolo meramente e riduttivamente  esemplificativo, tra le plurime prove che lo confermano, il fatto di essere stato reo confesso  per l’omicidio di Alceste Campanile, le attività svolte per conto di Giorgio Almirante in Portogallo per controllare i dissidenti del MSI, la sua appartenenza a Avanguardia Nazionale e il collegamento con gli avanguardisti di Massa Carrara.

Alla luce di quanto accaduto e considerati gli scenari che sembrano delinearsi, il  Coordinamento nazionale Associazioni e familiari di vittime delle stragi esprime forte preoccupazione, ritenendo che questa diffusa pratica, oltre che contraria alla legge, eticamente del tutto inaccettabile, sia sempre piu frequentemente accompagnata da ripetute manifestazioni di ostilità e di insofferenza, di cui si sono resi protagonisti taluni esponenti del mondo politico-istituzionale, contro le Associazioni dei familiari delle vittime o contro singoli loro rappresentanti.

Riteniamo che quanto sta accadendo non possa essere sottovalutato e pertanto, quale espressione delle associazioni e familiari di vittime delle stragi, questo Coordinamento nazionale   denuncia all’opinione pubblica la gravità della situazione, riservandosi di porre in atto ogni iniziativa finalizzata a interrompere la sistematica operazione di espulsione delle vittime dai procedimenti giudiziari e dal dibattito pubblico.

FIRMATARI:

Paolo Bolognesi

Presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna

 

Salvatore Borsellino

Presidente Movimento Agende Rosse e fratello del magistrato Paolo Borsellino, ucciso nella strage di Via D’Amelio

 

Nunzia Agostino

Sorella dell’agente di polizia Nino Agostino, ucciso a Villagrazia di Carini

 

Flora Agostino

Sorella dell’agente di polizia Nino Agostino, ucciso a Villagrazia di Carini

 

Paola Caccia

Figlia del magistrato Bruno Caccia, ucciso a Torino dalla ‘ndrangheta

 

Giuseppa Catalano

Sorella dell’agente di polizia Agostino Catalano ucciso nella strage di Via D’Amelio

 

Tommaso Catalano

Fratello dell’agente di polizia Agostino Catalano ucciso nella strage di Via D’Amelio

 

Daniele Gabrielli

Vicepresidente Associazione tra i Familiari delle Vittime della strage di Via dei Georgofili.

 

Roberta Gatani

Nipote del magistrato Paolo Borsellino, ucciso nella strage di Via D’Amelio

 

Luana Ilardo

Figlia di Luigi Ilardo, ucciso a Catania mentre stava per entrare nel programma di protezione per i collaboratori di Giustizia.

 

Angela Manca

Madre dell’urologo Attilio Manca, ucciso dalla mafia

 

Gianluca Manca

Fratello dell’urologo Attilio Manca, ucciso dalla mafia

 

Rosaria Manzo

Presidente Associazione Familiari Vittime della strage del Rapido 904

 

Manlio Milani

Presidente Associazione Familiari Vittime della strage di Piazza della Loggia

 

Brizio Montinaro

Fratello dell’agente di polizia Antonio Montinaro, ucciso nella strage di Capaci

 

Donata Montinaro

Sorella dell’agente di polizia Antonio Montinaro, ucciso nella strage di Capaci

 

Nino Morana

Nipote dell’agente di polizia Nino Agostino, ucciso a Villagrazia di Carini

 

Stefano Mormile

Fratello dell’educatore carcerario Umberto Mormile, ucciso dalla ‘ndrangheta

 

Nunzia Mormile

Sorella dell’educatore carcerario Umberto Mormile, ucciso dalla ‘ndrangheta

 

Federico Sinicato

Presidente Associazione Familiari Vittime della strage di Piazza Fontana

 

Franco Sirotti

Fratello di Silver Sirotti, vittima della strage del Treno Italicus

 

 

 


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