Comunicato Stampa
Coordinamento nazionale Associazioni e familiari di vittime delle stragi
Le vittime sopravvissute delle stragi del 1993 e i loro familiari hanno appreso ieri, da organi di informazione, che il GIP di Firenze il 25 febbraio scorso aveva emesso un decreto di archiviazione del procedimento a carico di Paolo Bellini, che era stato indagato per quelle stragi.
Eppure, la legge prevede che, per i delitti commessi con violenza alla persona (art.408, comma 3° bis CPP), l’avviso della richiesta di archiviazione è in ogni caso notificato, a cura del Pubblico Ministero, alla persona offesa.
La Procura di Firenze, invece, non ha provveduto a avvisare le vittime e i loro familiari, imposto dalla legge, così cancellando perfino l’esistenza delle vittime delle stragi e negando la possibilità di proporre opposizione alla richiesta di archiviazione.
Quello che preoccupa è che quanto avvenuto, da ultimo, a Firenze nel procedimento per le stragi del 1993/94, è solo l’ultimo capitolo di un diffuso, “cattivo costume”.
Anche a Caltanissetta, più volte i familiari delle vittime delle stragi di Capaci e di via D’Amelio sono stati tenuti all’oscuro dalla Procura della Repubblica della avvenuta proposizione di richieste di archiviazione sulle due stragi.
L’ultimo episodio del genere riguarda l’archiviazione, decretata dal GIP di Caltanissetta su conforme richiesta della Procura della Repubblica, del procedimento contro ignoti relativo all’”eventuale coinvolgimento nella strage di Capaci anche di soggetti gravitanti nelle formazioni eversive di destra, tra cui Stefano Delle Chiaie, già deceduto”, archiviato dal GIP di Caltanissetta il 23 aprile 2024.
Anche di quella archiviazione i familiari delle vittime hanno appreso notizia, solo dai giornali, a cose fatte.
Si tratta con tutta evidenza di una ormai ripetuta sottrazione alle vittime delle stragi di prerogative che sono loro riconosciute dalla legge.
Per ciò che attiene al decreto di archiviazione di Firenze cui si fa riferimento, lascia interdetti e ci chiediamo come si possa parlare di “assoluta mancanza di riscontri circa i legami tra Bellini e la destra eversiva…”, laddove invece proprio la inquietante presenza di Bellini, peraltro ampiamente accertata in atti giudiziari, costituisca una tragica costante che collega le stragi che hanno insanguinato il nostro paese e, la sua figura, sia emblematica della collusione terroristica ed eversiva tra servizi segreti, neofascisti, criminalità organizzata e massoneria.
Risulta veramente difficile convincersi del fatto che non siano riscontrabili legami tra Bellini e la destra eversiva, emergendo questo particolare in tutti gli atti di primo e secondo grado del processo di Bologna e annoverando, a titolo meramente e riduttivamente esemplificativo, tra le plurime prove che lo confermano, il fatto di essere stato reo confesso per l’omicidio di Alceste Campanile, le attività svolte per conto di Giorgio Almirante in Portogallo per controllare i dissidenti del MSI, la sua appartenenza a Avanguardia Nazionale e il collegamento con gli avanguardisti di Massa Carrara.
Alla luce di quanto accaduto e considerati gli scenari che sembrano delinearsi, il Coordinamento nazionale Associazioni e familiari di vittime delle stragi esprime forte preoccupazione, ritenendo che questa diffusa pratica, oltre che contraria alla legge, eticamente del tutto inaccettabile, sia sempre piu frequentemente accompagnata da ripetute manifestazioni di ostilità e di insofferenza, di cui si sono resi protagonisti taluni esponenti del mondo politico-istituzionale, contro le Associazioni dei familiari delle vittime o contro singoli loro rappresentanti.
Riteniamo che quanto sta accadendo non possa essere sottovalutato e pertanto, quale espressione delle associazioni e familiari di vittime delle stragi, questo Coordinamento nazionale denuncia all’opinione pubblica la gravità della situazione, riservandosi di porre in atto ogni iniziativa finalizzata a interrompere la sistematica operazione di espulsione delle vittime dai procedimenti giudiziari e dal dibattito pubblico.
FIRMATARI:
Paolo Bolognesi
Presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna
Salvatore Borsellino
Presidente Movimento Agende Rosse e fratello del magistrato Paolo Borsellino, ucciso nella strage di Via D’Amelio
Nunzia Agostino
Sorella dell’agente di polizia Nino Agostino, ucciso a Villagrazia di Carini
Flora Agostino
Sorella dell’agente di polizia Nino Agostino, ucciso a Villagrazia di Carini
Paola Caccia
Figlia del magistrato Bruno Caccia, ucciso a Torino dalla ‘ndrangheta
Giuseppa Catalano
Sorella dell’agente di polizia Agostino Catalano ucciso nella strage di Via D’Amelio
Tommaso Catalano
Fratello dell’agente di polizia Agostino Catalano ucciso nella strage di Via D’Amelio
Daniele Gabrielli
Vicepresidente Associazione tra i Familiari delle Vittime della strage di Via dei Georgofili.
Roberta Gatani
Nipote del magistrato Paolo Borsellino, ucciso nella strage di Via D’Amelio
Luana Ilardo
Figlia di Luigi Ilardo, ucciso a Catania mentre stava per entrare nel programma di protezione per i collaboratori di Giustizia.
Angela Manca
Madre dell’urologo Attilio Manca, ucciso dalla mafia
Gianluca Manca
Fratello dell’urologo Attilio Manca, ucciso dalla mafia
Rosaria Manzo
Presidente Associazione Familiari Vittime della strage del Rapido 904
Manlio Milani
Presidente Associazione Familiari Vittime della strage di Piazza della Loggia
Brizio Montinaro
Fratello dell’agente di polizia Antonio Montinaro, ucciso nella strage di Capaci
Donata Montinaro
Sorella dell’agente di polizia Antonio Montinaro, ucciso nella strage di Capaci
Nino Morana
Nipote dell’agente di polizia Nino Agostino, ucciso a Villagrazia di Carini
Stefano Mormile
Fratello dell’educatore carcerario Umberto Mormile, ucciso dalla ‘ndrangheta
Nunzia Mormile
Sorella dell’educatore carcerario Umberto Mormile, ucciso dalla ‘ndrangheta
Federico Sinicato
Presidente Associazione Familiari Vittime della strage di Piazza Fontana
Franco Sirotti
Fratello di Silver Sirotti, vittima della strage del Treno Italicus