È quasi impossibile non aver incontrato Ciro Fusco, almeno una volta nella vita, se si lavora nel campo della comunicazione in Campania. Originario di Santa Lucia, padre di ben quattro figli con Emilia, Fusco è un fotoreporter con oltre 31 anni di esperienza all’ANSA, dove è stato assunto nel 2003 come inviato speciale. Testimone privilegiato della vita napoletana, ha anche avuto modo di lavorare in vari Paesi del mondo. Con le sue fotografie ha vissuto momenti significativi, dalle scene di guerra a Nassiriya fino agli eventi sportivi come le Olimpiadi e i Mondiali di calcio.
Gentile e generoso con le giovani generazioni di aspiranti fotografi e sempre vicino alle iniziative solidali e civili, Fusco da anni porta avanti la sua inconfondibile sensibilità artistica, che riesce a catturare l’essenza di Napoli e dei suoi contrasti.
Recentemente le sue foto hanno fatto parte del libro fotografico dell’ANSA, Photoansa: un affascinante viaggio visivo nel 2024, che raccoglie immagini che non solo documentano, ma raccontano e interpretano la realtà. La pubblicazione si propone come un’opera di grande valore, un archivio di memorie visive che permette di riflettere sulla contemporaneità, esaltando la potenza narrativa della fotografia.
Qual è stata la sua ispirazione principale nel partecipare al libro fotografico dell’ansa e quali temi ha cercato di esplorare attraverso le immagini scattate in Campania?
Il libro fotografico dell’anno dell’agenzia Ansa racconta, di fatto, tutto quello che si è prodotto inizialmente come cronaca giornalistica, diviene storia e sapere. Il fatto che alcune di quelle foto siano mie, mi riempie chiaramente di orgoglio
Può raccontarci di un momento particolarmente significativo o emozionante che ha vissuto durante il suo lavoro quotidiano sul territorio?
Faccio questa professione da molti anni e di episodi ne potrei citare tanti. Diciamo che quello che mi coinvolge e mi emoziona ancora, e meno male, è il dolore di chi viene travolto da tragedie e le storie di grave disagio sociale.
In che modo la sua esperienza con l’ANSA ha influenzato il suo approccio alla fotografia e alla narrazione visiva, soprattutto per i progetti realizzati in Italia?
Lavorare per l’Ansa significa anche condividerne l’autorevolezza e la storia di quella che, a 80 anni dalla sua nascita, rimane la maggiore agenzia giornalistica in Italia. Un’assunzione di responsabilità che riguarda anche la produzione fotografica che, al pari del testo, deve rispettare le regole fondamentali di una giusta informazione
Quali sfide ha affrontato nel documentare la realtà locale e come hai superato queste difficoltà?
E’ facile pensare che in una realtà come Napoli, le maggiori difficoltà nell’esercitare il diritto-dovere di cronaca possano derivare da persone coinvolte in fatti di cronaca nera o disagio sociale. Sta invece accadendo che a limitare gli ambiti operativi dei fotografi siano le stesse istituzioni civili o militari che, con l’intenzione di veicolare e comunicare versioni parziali e di comodo, limitano ed a volte negano l’accesso dei reporter sui luoghi degli eventi
Come vede l’evoluzione della fotografia di reportage nell’era digitale, e quali consigli darebbe ai giovani fotografi che vogliono intraprendere questa carriera?
L’evoluzione della fotografia di reportage nell’era digitale presenta sfide significative, specialmente per i fotoreporter freelance. Oggi ci troviamo in un contesto in cui l’iperproduzione di immagini, facilitata dalla diffusione degli smartphone e dalla pubblicazione sui social media, ha saturato il mercato. Inoltre, la comunicazione istituzionale, che genera contenuti giornalistici a costo zero per le testate, ha ulteriormente condizionato il panorama, minacciando la sostenibilità economica del settore. A questo si aggiunge l’avvento dell’intelligenza artificiale, che sta iniziando a “creare” immagini, riducendo ulteriormente lo spazio per i professionisti che desiderano intraprendere questa affascinante carriera. Tuttavia, nonostante le difficoltà, ci sono ancora opportunità per i giovani fotografi. Il mio consiglio è di concentrarsi sulla narrazione autentica e personale, cercando di sviluppare uno stile unico che li distingua in un mare di contenuti. È fondamentale investire nel proprio sviluppo professionale, esplorando nuove tecniche e approcci, e non dimenticare l’importanza di costruire relazioni solide nel settore. La passione e l’impegno possono ancora fare la differenza in un mondo in continua evoluzione