80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

“Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno” (E. Berlinguer)

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Forte emozione e spesso commozione che però non ti impediscono di riflettere sull’incredibile attualità delle sue parole contro le guerre, per la pace, contro le enormi spese per gli armamenti, per la solidarietà e gli incontri tra i popoli. Tutto questo si prova nell’aggirarsi tra i pannelli fotografici, le postazioni audiovisive, alcuni testi originali scritti di sua mano che compongono la mostra ‘I luoghi e le parole di Berlinguer’ che ieri ha aperto i battenti nei locali della Passeggiata Coperta del Bastione Saint Rémy a Cagliari. Mostra che resterà aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 fino al 31 maggio prossimo.

Data significativa quella dell’inaugurazione che, anche se non preventivata, è coincisa con la grande manifestazione pacifista che a Roma ha radunato centomila persone e che ha raccolto adesioni in banchetti e volantinaggi in tante altre città d’Italia. Marcia per la pace alla quale nel 1983 Berlinguer volle partecipare direttamente, aderendo a quella italiana più tradizionale, la storica Perugia-Assisi.

Filmati, registrazioni audio, fotografie, lettere, il fortissimo amore per il mare e fiori, tanti i fiori in mano al politico italiano più amato del secondo dopoguerra, come Pertini, vicino al quale compare più volte. Atto gentile, quello dei fiori, come i suoi sorrisi, le sue partecipazioni alle Feste dell’Unità con i figli, padre amorevole che gioca con la figlia Maria a rincorrersi su una spiaggia, probabilmente La Pelosa di Stintino.

Grande umanità messa in campo anche nella sua instancabile attività di dirigente comunista, a partire dal documento comune con Marchais e Carrillo, segretari dei partiti fratelli di Francia e Spagna, siglato a Madrid il 5 marzo del 1977, fino agli incontri con rappresentanti di popoli oppressi, come Ho Chi Min, Arafat, Fidel Castro, o al ruolo decisivo svolto per il cambiamento della società italiana, come l’impegno per la difesa della legge sul divorzio.

E gli italiani hanno sempre riversato su di lui una grande fiducia, come i 12 milioni e 610 mila voti che il Pci ottenne alle politiche del 1976 o la maggioranza relativa che raggiunse alle europee del 1984, dopo la sua morte. Morte poco rappresentata nelle immagini della mostra, quasi a voler sottolineare che per chi crede in quei valori da lui rappresentati, Berlinguer è ancora vivo e quei valori custodiscono una grande attualità.

Infine, ma non meno importanti, i rapporti personali, come lo scambio epistolare con Luigi Pintor, anche dopo la rottura politica. Quel Pintor che in un’intervista rilasciata a Giovanni Minoli – che si trova tra i documenti proposti nella mostra – Enrico definì il miglior giornalista italiano; quel Pintor e quel gruppo del Manifesto con il quale, ha rivelato la figlia Bianca, Berlinguer nell’ultimo periodo della vita cercò di ricomporre la frattura politica. Ed anche le lettere scambiate con Giorgio La Pira o Gillo Pontecorvo.

Stimato, apprezzato, amato, quest’uomo non fu mai colto da manie di autoesaltazione. Anzi era assolutamente cosciente che nella vita, e ancor di più in politica, diventi fondamentale l’unità, la capacità di aggregare e non di dividere, come si può sentire in una delle registrazioni audio proposte nella mostra: “Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non uno per uno”.

Parole che oggi, alla vigilia del 25 aprile – ricorrenza dell’80esimo anniversario della liberazione dal nazifascismo – acquistano un grandissimo valore, visto tutto quello che sta accadendo con il governo Meloni e la sua maggioranza di estrema destra. Si si vuole vincere bisogna trovare la strada dell’unità: e lo diceva un uomo capace di aggregare intorno a sé, alla sua visione del mondo, della società e del rispetto reciproco milioni di cittadini. Altro che ‘uno per uno’.


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