Lo spazio è ormai un terreno strategico, decisivo per l’equilibrio globale. Comunicazioni, sicurezza, economia digitale: tutto passa sempre più dai satelliti. E mentre Stati Uniti, Cina e Russia rafforzano la propria presenza, l’Europa tenta di recuperare il terreno perduto. La sfida è chiara: costruire una vera sovranità spaziale. Un segnale forte in questa direzione arriva da CYSAT 2025, il più importante evento internazionale dedicato alla sicurezza informatica dell’industria spaziale, in programma il 14 e 15 maggio presso la Station F di Parigi. Giunto alla sua quinta edizione, il summit – promosso dalla società di cybersecurity CYSEC – punta a unire istituzioni, industria e innovazione per affrontare un nodo sempre più strategico: la protezione delle infrastrutture spaziali europee.
Tra i partecipanti spiccano la Commissione europea, l’ESA, il CNES, DLR, ma anche grandi attori industriali come Airbus e Thales, insieme a start-up e realtà emergenti – tra cui l’italiana D-Orbit – e ai principali cluster tecnologici del continente. L’apertura dei lavori sarà affidata a Josef Aschbacher, direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea. In agenda, anche annunci cruciali da parte di Bruxelles: l’avvio dell’EU Space ISAC, aggiornamenti sul progetto IRIS² e le prime linee guida verso una futura legge europea dello spazio.
“Lo spazio è parte integrante delle strategie di sicurezza e sovranità del continente”, ha sottolineato Mathieu Bailly, vicepresidente di CYSEC e direttore di CYSAT. Una consapevolezza ormai diffusa: in un contesto geopolitico segnato da instabilità e conflitti, garantire la sicurezza delle infrastrutture spaziali significa proteggere il cuore stesso dell’Europa digitale.
Il problema, però, resta la frammentazione. Il progetto IRIS², che prevede una costellazione europea da 290 satelliti operativa entro il 2030, rappresenta un passo avanti fondamentale. Ma il modello di governance – condiviso tra numerosi attori pubblici e privati – rischia di rallentare le decisioni e compromettere l’efficienza. Una dinamica ben diversa da quella centralizzata di colossi come SpaceX, che oggi dominano il settore con rapidità e capacità industriale. A questa urgenza risponde il crescente protagonismo politico dell’UE in ambito spaziale. Il Libro bianco europeo sulla difesa e il piano ReArm Europe collocano lo spazio tra le priorità strategiche E sul piano industriale, prende corpo IRIS², la costellazione europea di 290 satelliti che dovrà garantire entro il 2030 comunicazioni autonome, sicure e resistenti anche in tempo di crisi. Ma l’ambizione rischia di scontrarsi con la realtà. Se l’Europa può contare su un sistema di navigazione indipendente (Galileo), resta ancora fortemente dipendente per i lanci (SpaceX), per l’intelligence e per le comunicazioni satellitari. L’espansione di Starlink in Europa è il simbolo di questa vulnerabilità: un’infrastruttura strategica privata, americana, potenzialmente condizionata da decisioni politiche extraeuropee.