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Report schedato da Brugnaro, un intero fascicolo sulla trasmissione trovato dalla Gdf nella black list del sindaco

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Un intero fascicolo su Report, con la trascrizione integrale del servizio «C’era un cinese a Venezia» di Walter Molino e Andrea Tornago del 17 dicembre 2023, la corrispondenza con l’allora assessore Renato Boraso e la lettera di risposta della Camera di Commercio di Venezia alla richiesta di informazioni dei giornalisti sul blind trust del sindaco Luigi Brugnaro. Sono gli atti contenuti in una cartellina, intitolata «Contenzioso», sequestrata dalla Guardia di finanza nell’ufficio del vicecapo di gabinetto del sindaco di Venezia, Derek Donadini. Documenti oggi agli atti dell’inchiesta «Palude» della Procura di Venezia sulla corruzione dell’amministrazione veneziana.
Ad essere schedati, oltre a privati cittadini ritenuti colpevoli di aver criticato Brugnaro sui social network, anche i giornalisti che hanno pubblicato inchieste su di lui e sulla sua amministrazione, classificati sulla base delle «offese» rivolte al sindaco di Venezia e della loro gravità, rappresentata su una scala da 1 a 5. Nel mirino di Brugnaro il servizio di Report del dicembre 2023 che ha documentato per primo, con un video esclusivo, gli incontri diretti tra Brugnaro e il magnate Ching Chiat Kwong per discutere dell’area dei Pili, terreni di proprietà di Brugnaro e oggi al centro dell’inchiesta dei magistrati veneziani.
Il sindaco Brugnaro ieri sera ha rivendicato la schedatura intervenendo sulla Tv locale Rete Veneta: «Ho detto a Derek ‘raccogli tutto’ e lui ha fatto questa raccolta su mia indicazione – ha spiegato Brugnaro – quando ho finito il mandato vedremo il da farsi», rivelando così di aver utilizzato un funzionario pubblico per una raccolta dati finalizzata ad eventuali cause civili da intraprendere come privato cittadino. Quindi ha illustrato la sua strategia legale: «Per denunciare per diffamazione hai tre mesi, poi non hai più tempo ma per chiedere conto invece dal punto di vista amministrativo hai cinque anni di tempo, e lì fa più male. Chiunque pensi di cavarsela a buon mercato sta sbagliando», ha concluso Brugnaro. La schedatura condotta dal gabinetto del sindaco di Venezia è stata duramente stigmatizzata dal presidente dell’Ordine dei giornalisti del Veneto, Giuliano Gargano, che ha espresso «la totale solidarietà ai colleghi coinvolti» assicurando che «i giornalisti non arretreranno di un passo rispetto al dovere di informare e criticare».
Anche il Sindacato giornalisti veneto (Sgv) ha espresso la sua «condanna» nei confronti di un metodo che «sa tanto di liste di proscrizione e conferma quanto e come i ‘potenti’ intendano utilizzare le cosiddette querele temerarie per intimidire e imbavagliare l’informazione».
(Nella foto Luigi Brugnaro)

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