Partendo dal suo nuovo saggio, “Grande da morire” (il Mulino), Sylvie Goulard, già europarlamentare e tra le più strette collaboratrici di Romano Prodi negli anni in cui è stato presidente della Commissione europea, analizza lo stato dell’arte da una prospettiva liberale. Il piano di riarmo di Ursula von der Leyen, con il suo slancio e i suoi aspetti controversi, il bisogno di una difesa autonoma europea, la costruzione di un’Unione politica, il rafforzamento dell’integrazione fra i singoli paesi, l’accoglienza, l’immigrazione, l’integrazione, il welfare e i rischi connessi a un allargamento che dev’essere accompagnato da una revisione delle regole che garantiscono il nostro stare insieme, pena la disgregazione dell’intero edificio comunitario: un punto di vista utile e innovativo, in un momento in cui le voci europeiste scarseggiano e le poche che si levano non riescono a farsi ascoltare. Le conseguenze sono sotto fli occhi di chiunque.