80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

Paolo Borrometi presenta “Traditori. Come fango e depistaggio hanno segnato la storia italiana”

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Fresco della nomina a presidente della neonata Scuola di formazione politica “Pierasanti Mattarella” rivolta ai giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni, il giornalista Paolo Borrometi, da anni impegnato nel racconto e nella denuncia delle mafie, ha presentato a Trieste, presso la Libreria Minerva, la sua ultima fatica editoriale dal forte titolo “Traditori. Come fango e depistaggio hanno segnato la storia italiana”, edito da Solferino.

L’incontro è stato promosso dalla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin e dal Premio Luchetta in collaborazione con Articolo 21 FVG, di cui lo stesso Borrometi è presidente nazionale dal 2017, l’Ordine dei Giornalisti e Assostampa FVG, e ha coinvolto un pubblico attento e informato, desideroso di conoscere, capire e partecipare.

Fabiana Martini, giornalista e portavoce di Articolo 21 FVG, ha introdotto i saluti di Daniela Schifani Corfini, presidente della Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin, e di Cristiano Degano, presidente dell’Ordine dei Giornalisti regionale, ricordando i recenti anniversari che hanno segnato questa settimana. Tra questi i 31 anni dall’assassinio a Mogadiscio di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin, lo scorso giovedì 20 marzo, con il ricordo nel giardino a Barcola sulla targa dedicata all’operatore triestino. E inizia così la lunga lista di misteri di cui il libro di Borrometi documenta minuziosamente lo svolgersi. Ne esce un Paese non tanto segnato da segreti “che sono fatti che non si conoscono, quanto piuttosto da misteri, che sono fatti che si conoscono, ma dei quali viene nascosta la verità”, spiega lo stesso Borrometi. Un altro importante anniversario, che è stato ricordato in apertura, è la 30ª Giornata della memoria e dell’impegno per le vittime innocenti di mafia, promossa dalla associazione Libera a Trapani, e che ha visto la partecipazione di 50.000 persone venerdì 21 marzo. Per iniziare l’incontro triestino si è scelta la lettura dei nomi delle vittime dell’anno 1994. E la commozione è stata grande. “Storie di persone – ha sottolineato Borrometi – non solo persone, ma storie di persone”.

Paolo Borrometi, nato a Ragusa nel 1984, ha già pagato personalmente il suo impegno per la Verità e la Giustizia. Vivere con la scorta significa che anche la presentazione di un libro a Trieste è segnata dalla presenza, discreta, ma nondimeno inquietante, di uomini che prestano la loro professionalità per difendere quel diritto alla libera informazione che proprio l’articolo 21 della nostra Costituzione sancisce. La nostra presenza e la nostra partecipazione come cittadini si contrappongono dunque a chi vorrebbe impedire il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero.

Il libro di Borrometi non esita a definire traditori colori che, in poco meno di 80 anni di storia repubblicana, hanno creato confusione nel nostro Paese per raggiungere i propri interessi illegittimi. Si va dalla strage di Portella della Ginestra dell’1 maggio 1947 per arrivare ai giorni nostri, passando per le bombe degli anni Settanta e la strategia della tensione: via Fani, Italicus, Rapido 904, Bologna, Capaci, via d’Amelio fino all’arresto del latitante Matteo Messina Denaro. 400 pagine di fatti e 40 pagine di note – ci tiene a sottolineare l’autore – “perché non si tratta di opinioni” ma appunto della ricerca della verità. Un reportage giornalistico tra anomalie, depistaggi e buchi neri.

Il libro è dedicato anche a “Chi cerca Verità e Giustizia”. Con le maiuscole. Dunque anche a noi lettori, a noi cittadini, che rivendichiamo il diritto a essere informati. Che desideriamo partecipare. Che non ci voltiamo dall’altra parte e cerchiamo di non farci intimidire. Né scoraggiare dal fango che ancora sporca le strade del nostro Paese.


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