“Arbitro cornuto!”. Quante volte lo abbiamo sentito allo stadio. Non sono gli avversari piu’ forti, non le debolezze e gli errori della propria squadra , nemmeno la sfortuna. La colpa e’ dell’arbitro che va per questo insultato e a volte aggredito. Poco male se questa cattiva abitudine e’ relegata ai campi di calcio, qualche problema in piu’ sorge quando questo atteggiamento viene adottato come linea guida di una grande nazione. E questa sembra ormai diventata la filosofia prevalente del presidente Trump .
L’ultimo caso riguarda l’arbitro per eccellenza del sistema economico americano, la Federal Reserve, la banca centrale americana.
I tumultuosi annunci sui dazi di Trump hanno provocato una forte flessione del mercato azionario, una frenata nella fiducia dei consumatori e una previsione al ribasso delle prospettive di crescita.
La Federale Reserve , da sempre indipendente dal potere politico, ha scelto un approccio cauto decidendo, per ora, di non abbassare i tassi di interesse. Trump non ha meditato sulle conseguenze delle sue azioni tambureggianti e spesso contradditorie (dazi si ,no, ni) ma se l’e’presa direttamente con la la banca centrale americana.:”la federal reserve farebbe bene a tagliare i tassi mentre i dazi cominciano a farsi strada nell’economia.Fate la cosa giusta. Il 2 aprile e’ il giorno della liberazione in America.”
In passato Trump aveva piu’ volte espresso dubbi sul numero uno della Fed Jerome Powel sostenendo che non escludeva di sostituirlo , infrangendo in tal caso un tabu’ che vede nell’indipendenza della banca centrale uno dei pilastri del sistema economico americano .
> D’altra parte il regolatore economico non e’ l’unico “arbitro” a finire nel mirino di Trump. Di recente un giudice federale James Boasberg ha impugnato la decisione dell’amministrazione Trump di deportare un gruppo di immigrati del Salvador. Deportazione fulminea ,decisa con atto amministrativo senza alcun passaggio giudiziario ma con un ricorso all’Alien Enemy Act. E’ una legge del 1798 da applicarsi in caso di invasione di “soggetti ostili di una nazione o di un governo” . Il giudice Boasberg ha ritenuto discutibile il ricorso a questo articolo(tra l’altro mai applicato nella recente storia americana) e ha ordinato uno stop alla deportazione. Ordinanza nulla perche’ i deportati erano gia’ arrivati nel Salvador. Trump non si e’ accontentato del risultato concreto. Ha accusato il giudice Boasberg di essere un “pazzo radicale” ed ha invocato per lui l’impeachment , l’incriminazione da parte del Senato degli Stati Uniti. Una procedura rarissima adottata un paio di volte soltanto nella storia americana per casi di palese corruzione di un magistrato. Uno strappo tale da provocare l’intervento pubblico (rarissimo) del presidente della corte suprema John Roberts che ha definito sbagliato il ricorso all’impeachment :”in questi casi la procedura corretta esiste ed e’ l’appello”.
> D’altra parte il regolatore economico non e’ l’unico “arbitro” a finire nel mirino di Trump. Di recente un giudice federale James Boasberg ha impugnato la decisione dell’amministrazione Trump di deportare un gruppo di immigrati del Salvador. Deportazione fulminea ,decisa con atto amministrativo senza alcun passaggio giudiziario ma con un ricorso all’Alien Enemy Act. E’ una legge del 1798 da applicarsi in caso di invasione di “soggetti ostili di una nazione o di un governo” . Il giudice Boasberg ha ritenuto discutibile il ricorso a questo articolo(tra l’altro mai applicato nella recente storia americana) e ha ordinato uno stop alla deportazione. Ordinanza nulla perche’ i deportati erano gia’ arrivati nel Salvador. Trump non si e’ accontentato del risultato concreto. Ha accusato il giudice Boasberg di essere un “pazzo radicale” ed ha invocato per lui l’impeachment , l’incriminazione da parte del Senato degli Stati Uniti. Una procedura rarissima adottata un paio di volte soltanto nella storia americana per casi di palese corruzione di un magistrato. Uno strappo tale da provocare l’intervento pubblico (rarissimo) del presidente della corte suprema John Roberts che ha definito sbagliato il ricorso all’impeachment :”in questi casi la procedura corretta esiste ed e’ l’appello”.
Uno stop clamoroso perche ‘tutto si puo’ dire tranne che il giudice Roberts sia un radicale di sinistra perche’ a nominarlo era stato un repubblicano , George Bush. Ma nonostante lo stop del presidente della corte suprema gli uomini di Trump stanno premendo sui senatori per avviare il procedimento di incriminazione del magistrato “ribelle”. Una richiesta che provoca imbarazzo . La risicata maggioranza repubblicana al senato potrebbe naufragare su una accellerazione del genere. Ma questo e’ lo “spirito del tempo “ trumpiano. Procedere per strappi ma soprattutto colpire chi si oppone per intimidire chi volesse pensare a opposizioni future.
In generale poi qualsiasi attivita’ regolatrice dall’onu, alla trade commission (la commissione per il commercio) alla corte internazionale di giustizia e’ sottoposta ai fulmini della nuova amministrazione Trump. E il cosiddetto “realismo della forza” che secondo Trump e’ ben piu’ concreto ed efficace di quel che ritiene una ipocrita e illusoria fiducia nel diritto e nella concertazione per risolvere le controversie nazionali e internazionali. Non ci vorra’ molto tempo per poter valutare i risultati di questo approccio a livello nazionale e internazionale dal punto di vista politico (le guerre in Ucraina e Medio Oriente) e soprattutto economico.
Pubblicato su la gazzetta del sud