Rana Foroohar, vice-direttrice del Financial Times e analista economica globale per la CNN, ha da poco dato alle stampe un saggio dal titolo profetico: “La globalizzazione è finita”. E il sottotitolo è ancora più interessante: “La via locale alla prosperità in un mondo post-globale”. Induce a riflettere il fatto che, di fronte agli stravolgimenti mondiali in atto, dall’Ucraina a Gaza, passando per il voto nei principali paesi europei e, ovviamente, negli Stati Uniti, persino nei santuari mondiali dell’economia e della finanza si cominci a riflettere su come una globalizzazione sregolata e all’insegna del più bieco mercantilismo abbia condotto l’umanità sull’orlo dell’abisso, favorendo l’ascesa di despoti che oggi minacciano da vicino le nostre democrazie e il sistema ocidentale costruito, faticosamente, negli ultimi ottant’anni. Eppure, da questa presa di coscienza collettiva può rinascere la speranza. Da questo cambiamento d’epoca, infatti, si può ripartire, a patto che se ne abbia il coraggio e si remi tutte e tutti nella stessa direzione: quella di uno sviluppo democratico e sostenibile.
