80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

Il miracolo di piazza del Popolo: il pluralismo

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Scismi, scomuniche, persecuzioni degli eretici: la storia della sinistra è la storia di una religione. Il cardine dell’ecclesiologia preconcililiare, “fuori dalla Chiesa non c’è salvezza” per tutte le sinistre è ancora valido. Ciò che unisce non conta, conta la condanna inappellabile, lo stigma. In materia, visto che al tempo dei partiti ero socialista, di stigma ne ricordo in particolare uno, quello di “mariuolo”: lo ricordo bene il concerto base dei puri del tempo: “fuori il leader resta il lader”.  I puri sono così, sono cosi puri da dover infangare gli altri. Oggi questa regola, architrave del pensiero rigidi, vale per entrambi gli opposti estremismi: danno a questi dei“pacifinti”, a quelli dei “guerrafondai”. Non c’è nulla di nuovo in questo teatrino deprimente. Sono quasi quant’anni che mi so mariuolo per i puri, non mi sorprende se oggi sono sempre un qualcosa di infangante, piuttosto mi avvilisce che il metodo dei puristi sia assunto anche dai presunti moderati.

Ecco perché Piazza del Popolo mi è sembrata un miracolo, perché ha messo tra parentesi la pretesa di scomunicare l’altro, questo mostro che è stato sempre criminalizzato dagli opposti estremismi . C’è voluto Trump per obbligarci a un sano pluralismo? Forse, e per molti non è bastato. Non fa nulla. Intanto abbiamo cominciato un cammino plurale.

Ho letto però poco su questo miracolo, l’accettazione dell’altro. Ho letto più cronache sportive: hanno vinto la palma di più numerosi i pacifinti o i guerrafondai? Questo è stato il punto. Ho letto pure da certi strani filo Putin che la Russia ha combattuto i nazisti: e io che avevo pensato che fosse stata l’Unione Sovietica.

Ma non voglio seguire questo filone torbido, voglio dire che questa occasione storica va capita e valorizzata: anche la sinistra può porre termine alla sua storia religiosa, fundamentalista, illiberale e diventare pluralista. Il partito non deve essere a mia immagine e somiglianza. Si può usare ognuno la propria testa e dissentire purchè non sia sull’orizzonte. E l’orizzonte oggi è il rifiuto di ogni suprematismo. È questo il punto che ci ha unito nel nome di un’Europa che nessuno condivide nel suo presente, ma che tutti condividiamo come orizzonte federale, aperto, accogliente. Oggi l’Europa non è questo ma è questo che Trump vuole smantellare con il ritorno ai nazionalismi estremi.

Se questo è l’orizzonte comune si può ripartire insieme senza la pretesa di scomunicare chi usa i calzini a coste invece che lisci. Loro, i puri, hanno sempre fatto così con la loro sicumera sacerdotale. Se aderiscono dovranno fare un po’ di astinenza dal purismo settario, che fa bene.

Ammettere le diversità è ciò che è in gioco nel mondo, che la pace dei miliardari vuole dividere in nuove aree di loro influenza, con paesi a sovranità limitata, come a mio avviso dovremmo diventare nei loro progetti noi “ europei” una volta divisi e quindi sottoposti. L’Europa federale direbbe proprio il contrario, cioè parlerebbe di un mondo poliedrico come lei.

Questo è il miracolo di piazza del Popolo, il pluralismo. Le piazze pure, identitarie, parlano la lingua degli identitarismi xenofobi, quelli che magari a parole osteggiano o dicono di combattere.


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