La Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali e immigrazione del Comune di Firenze ha approvato all’unanimità una risoluzione cruciale sul caso di Alberto Trentini, il cooperante italiano arrestato in Venezuela il 15 novembre 2024 senza alcuna accusa formale. Un voto che è stato confermato anche dal Consiglio comunale, che si è espresso favorevolmente, sempre con voto unanime.
Il documento impegna il Governo a:
🔹 Ottenere informazioni ufficiali e dettagliate sulla situazione di Alberto Trentini.
🔹 Attivare con urgenza un dialogo costruttivo con le autorità venezuelane per garantire il rispetto dei suoi diritti fondamentali e la sua incolumità.
🔹 Intraprendere tutte le azioni diplomatiche necessarie per ottenere la sua liberazione e il suo rientro in Italia nel più breve tempo possibile.
🔹 Informare periodicamente il Parlamento e la famiglia Trentini sugli sviluppi della situazione e sulle azioni intraprese.
In conferenza stampa, Roberto Barbieri, direttore di OXFAM Italia, ha ricordato come i cooperanti siano operatori di pace, professionisti altamente qualificati che, con passione civile, portano avanti il loro impegno in contesti difficili. Un ruolo oggi più che mai essenziale.
Anna Meli, vice presidente dell’associazione Carta di Roma e presidente della ong COSPE, intervenendo, ha sottolineato le numerose iniziative promosse dalla società civile e dal mondo della cooperazione per tenere alta l’attenzione sulla detenzione di Alberto:
– Lo sciopero a staffetta per chiedere la sua liberazione.
– La petizione online, che ha già superato 80mila firme.
– La scorta mediatica promossa da Articolo 21, per non far calare il silenzio su questo caso.
L’assemblea di Articolo 21 ha chiesto con forza maggiore attenzione su questa vicenda, che rischia di passare in secondo piano. È inaccettabile che, dopo quattro mesi di detenzione, non siano ancora stati chiariti nemmeno i motivi formali dell’arresto di Alberto.
Chiediamo con fermezza che il Governo intensifichi la pressione diplomatica e che le istituzioni non abbandonino Alberto. Continueremo a vigilare, a informare, a denunciare. Perché nessuno resti dimenticato.