80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

Il caso Fazzolari-Ranucci, ultima prova dello spionaggio italiano (illegale) in danno dei giornalisti.

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Le dichiarazioni fatte da Sigfrido Ranucci a Bruxelles non sorprendono, purtroppo. E arrivano in un clima di caccia ai giornalisti e di uso illecito dei sistemi di spionaggio. In qualche modo sono “solo” la conferma di un abuso dii potere nei confronti dell’informazione in Italia, con casi emblematici come quello, appunto, rivelato dal direttore di Report, intervenuto all’evento ‘Free information, strong democracy’, organizzato dal Gruppo S&D al Parlamento europeo, rispondendo al parlamentare del Pd Marco Tarquinio che chiedeva di sospetti su possibili attività illecite di spionaggio nei suoi confronti.
La denuncia specifica è di quelle che lasciano il segno. Ecco cosa ha detto, rispondendo al parlamentare del Pd, Marco Tarquinio: “Sospetti ne abbiamo avuti sempre. Ho avuto almeno in tre occasioni la certezza, perché la mia scorta ha sorpreso tre persone che mi seguivano e filmavano durante l’incontro con una fonte. E in un’altra occasione ho avuto certezza che Fazzolari, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha attivato i servizi segreti per chiedere informazioni sulla mia attività”. Ecco di cosa si tratta, di un’altra azione illegale contro l’attività di un giornalista.
“Credo si debba immediatamente accertare, e fare immediatamente un’interrogazione, con tutti i gruppi parlamentari di opposizione in Italia, perché le cose che ha detto qui Sigfrido sono estremamente gravi. –  ha detto l’eurodeputato Pd Sandro Ruotolo, moderatore dell’evento –  Sigfrido in questo momento va protetto”.
Dall’Italia risponde il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari chiamato in causa. “Sigfrido Ranucci risponderà in tribunale delle deliranti accuse che mi ha rivolto, sostenendo che avrei ‘attivato i servizi segreti per chiedere informazioni sulla sua attività'”. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Attuazione del programma di governo prosegue affermando che “non ho alcuna possibilità di attivare i nostri Servizi di intelligence e, qualora la avessi, di certo non farei sprecare tempo, energie e risorse dello Stato per controllare una figura ininfluente come Ranucci”.

”La denuncia di Sigfrido Ranucci apre scenari inquietanti. A questo punto il governo ha il dovere di intervenire pubblicamente: o smentisce, o spiega perché il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Giovanbattista Fazzolari avrebbe attivato i servizi segreti per chiedere informazioni sull’attività di Ranucci”, afferma il presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani. “Questa denuncia rende ancora più preoccupante la recente approvazione in Parlamento dell’articolo 31 del Ddl Sicurezza, con il quale si obbligherebbero i giornalisti della Rai servizio pubblico, e probabilmente di tutte le tv, a fornire ai servizi segreti tutte le informazioni richieste, abolendo così di fatto la segretezza delle fonti. – aggiunge –  E siamo ancora in attesa che il governo chiarisca la vicenda Paragon: oltre al direttore di Fanpage Francesco Cancellato, quanti altri giornalisti sono stati spiati? Da chi? Su ordine di chi? E perché?”.
“Al Governo la smettano di fare i finti tonti. I nomi dei cronisti spiati sono già usciti.  – sottolinea il coordinatore dei presidi di Articolo 21, Giuseppe Giulietti – Vorrei ricordare che lo spionaggio sulle fonti di Report era già emerso e adesso siamo addirittura di fronte ad un Ddl che vorrebbe ‘normalizzare’ la violazione dei segreto professionale dei giornalisti rendendo obbligatorio l’accesso alle fonti da parte dei Servizi segreti. Se questa non è una deriva antidemocratica gravissima, che cos’è?”.


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