Bombardamenti a tappeto. Uno ogni cinque secondi. Nel cuore della notte. Il risultato è una strage. Oltre 400 morti nella striscia di Gaza ormai stremata. E Israele non ha alcuna intenzione di fermarsi. La tregua è stata un’illusione. Forse solo per noi, visto che nelle poche settimane di respiro concesse ai palestinesi gli Stati Uniti hanno continuato a rifornire di bombe Israele. E la strage è ricominciata.
Non c’è più nulla da distruggere a Gaza. Se non la vita dei palestinesi. E quello è l’obiettivo delle bombe: le vite degli esseri umani. Le immagini che giungono a noi, soprattutto attraverso i canali social, sono devastanti. E inenarrabili. Bambini. E ancora bambini. Le vittime più indifese e innocenti di questo abominio.
Gaza era già di nuovo chiusa nell’assedio. Bloccati i valichi, impedito l’accesso di aiuti umanitari – cibo e medicine –, interrotta la fornitura di energia elettrica dasempre controllata da Israele. Si muore di fame, sete, malattie. Gli ospedali sono rasi al suolo come tutte le abitazioni. Non ci sono veri ricoveri e lungo le spiagge sono nati insediamenti improvvisati fatti di tende e residui di ciò che è stato già distrutto. Sopravvivere è l’unica aspirazione di chi ancora non è morto.
Su questo disastro umanitario si sono abbattute le bombe. Trump lo aveva preannunciato: sarà l’inferno, aveva detto. A Gaza l’inferno è cominciato da tempo.
L’ Europa non può più tacere; le forze politiche italiane non possono voltarsi dall’ altra parte. Il genocidio è ora. Va fermato.
Non sono più tollerabili ambiguità e ipocrisie. E doppi standard. Come è doveroso essere dalla parte dell’Ucraina, è altrettanto doveroso opporsi ad un crimine contro l’umanità. Quello che sta consumando Israele. Proprio, e soprattutto, in nome di quei valori ai quali l’Europa intende appellarsi, primo fra tutti la difesa dei diritti umani. A Gaza sono frantumati dalle bombe israeliane.
Non possiamo permettere che la storia racconti di un’Europa cieca e muta di fronte ad un massacro di tali proporzioni. Diciamolo con chiarezza: è come se, tornando indietro negli anni, fossimo testimoni del genocidio degli ebrei perpetrato dai nazisti nei campi di sterminio e ci limitassimo a non guardare, a non agire, a non opporci.
Non c’è più tempo: Netanyahu va fermato. Anche per salvare la vita delle altre vittime innocenti di questa tragedia: gli ostaggi israeliani.