(Parigi). Reporter Senza Frontiere (RSF) ha lanciato l’allarme sugli accordi bavaglio che giornalisti ex-dipendenti del gruppo Bolloré sono costretti a firmare quando lasciano il gruppo e che impedisce loro di fare inchieste su Bolloré per altri media e quotidiani. RSF ha sollecitato il governo ad intervenire per indurre il gruppo del miliardario Bolloré , proprietario di Canal+, iTélé (ora CNews), Europe 1 e altri media, a ridurre o eliminare restrizioni e le cosiddette clausole di riservatezza, “fedeltà” e “non denigrazione” imposte ai giornalisti, sostenendo che queste disposizioni “limitano la libertà di espressione” e “costituiscono una minaccia al diritto all’informazione”. Secondo l’inchiesta di RSF, circa 500 giornalisti hanno firmato queste clausole, che li “obbligano al silenzio ” quando lasciano i media acquistati da Vincent Bolloré, il miliardario conservatore francese. Queste clausole, applicate con maggiore solerzia da quando Bolloré ha preso il controllo di media come Canal+, iTélé (ora CNews), Europe 1 e altri media, hanno impedito ad ex giornalisti del gruppo di criticare pubblicamente o fare servizi ed inchieste sul gruppo. Sebbene tali accordi esistano nel diritto del lavoro standard, RSF sostiene che la loro “natura illimitata” sia particolarmente problematica nel giornalismo, in quanto ostacolano l’indipendenza dell’informazione. La controversia si è intensificata quando il giornalista investigativo Jean-Baptiste Rivoire è stato condannato a pagare 150.000 euro a Canal+ per aver violato una clausola di “non denigrazione, in seguito alla sua partecipazione a un documentario di RSF del 2021 sul “sistema Bolloré”. RSF ha condannato questa azione legale, definendo queste clausole “accordi bavaglio ”, in quanto volti a mettere a tacere i giornalisti. In risposta, il presidente di Canal+ Maxime Saada ha difeso la causa, sostenendo che Rivoire ha cercato di ottenere un compenso aggiuntivo rispetto all’accordo originale e ha violato i termini contrattuali. Nel frattempo, i gruppi mediatici legati a Bolloré, tra cui Canal+ e Lagardère News, hanno rifiutato di commentare, mentre Prisma Media (parte di Vivendi) ha negato qualsiasi direttiva da parte del gruppo di Bolloré riguardo a tali clausole. RSF continua a chiedere misure legali per limitare l’uso di questi accordi restrittivi, avvertendo che essi minacciano la libertà di stampa e il giornalismo investigativo in Francia.
