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Dopo gli spioni, il ddl che autorizza a spiare. Articolo 21 chiede una mobilitazione

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“Non si può accettare la schedatura di massa prevista dall’articolo 31 del Ddl Sicurezza“. Lo ha detto il senatore Giuseppe De Cristofaro nel corso della riunione settimanale della nostra associazione, cui hanno preso parte, oltre allo stesso De Cristofaro, i parlamentari europei Sandro Ruotolo e Giuseppe Antoci. Nel corso dell’incontro è stato fatto il punto su tutte le violazioni che l’Italia sta collezionando contro il Media Freedom Act a cominciare dalle regole introdotte sulla Rai e che diventeranno legge interna il prossimo 8 agosto, senza che sia stata avviata, al momento, la loro attuazione anzi con nuove regole e ritardi che sono in palese contrasto con l’Emfa. In apertura dei lavori il coordinatore di Articolo 21, Giuseppe Giulietti, ha proposto una iniziativa collettiva “di quanti vogliono fermare questa deriva antidemocratica; che altro deve ancora succedere? Dopo le leggi bavaglio, le nomine Rai, la mancata attuazione del Media Freedom Act, lo spionaggio dei giornalisti, la legge che impone di rivelare le fonti quando l’Europa impone di tutelarle, che altro deve accadere perché si vada tutti sotto la sede del Governo con la Costituzione in mano?”. De Cristofaro ha detto che verrà chiesta la eliminazione dell’articolo 31 dal Ddl sicurezza. Ma i numeri del Parlamento non offrono garanzia di una reale correzione del testo già passato la scorsa settimana nelle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato. L’articolo prevede un ampliamento a dismisura dei poteri dei Servizi segreti che per “motivi di sicurezza” possono chiedere dati riservati di Università e organi di informazione, facendo saltare il segreto professionale dei giornalisti.
Nel suo intervento Sandro Ruotolo, anche forte della sua lunga carriera di giornalista, ha sottolineato come il caso Italia sia stato portato all’attenzione del Parlamento Europeo e si proseguirà su questa strada, come accaduto di recente per la vicenda “Paragon” su cui è stata organizzata ad horas rispetto alla notizia una conferenza stampa presso il Parlamento ed è stata sollecitato l’avvio di una commissione d’inchiesta europea. Per Giuseppe Antoci fare rete sugli attacchi all’informazione è importante in un momento in cui in Europa avanzano teorie e movimenti sovranisti, anche al Governo di molti Paesi. Bisogna fare presto, questo l’imperativo. Infatti, come ricordato, dal Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Vittorio Di Trapani,  “le violazioni del Media Freedom Act sono già moltissime e gli effetti delle leggi introdotte si stanno facendo sentire, siamo già in una democratura”.
Roberto Natale, consigliere di amministrazione Rai, ha fatto il punto sullo stato dell’azienda e sui temi reali di attuazione dell’Emfa in Italia.
Il garante di Articolo 21, Vincenzo Vita, che ha moderato i lavori, ha chiesto una iniziativa condivisa e “visibile” su questi temi.

La registrazione integrale della riunione su questo sito


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