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Dieci anni di guerra in Yemen: un dramma dimenticato che torna alla ribalta “solo” per gli Houthi

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Dieci anni. Un tempo che nella sua lunghezza dovrebbe portare a riflessioni profonde, a lezioni apprese, a un cambiamento di rotta. Eppure, quando si parla della guerra in Yemen, questo decennio si concretizza in un’incessante sequela di sofferenze, distruzione e morte. Dal 2015 a oggi, le stime parlano di centinaia di migliaia di vittime, un numero che non è solo una statistica, ma una tragica testimonianza della vita di milioni di persone coinvolte in un conflitto che avrebbero voluto evitare.

In questi dieci anni, ogni angolo dello Yemen è stato toccato dalla brutalità della guerra. Città storiche e villaggi remote hanno visto i loro abitanti lottare per la sopravvivenza, mentre risorse scarseggiavano e le famiglie fuggivano dalla violenza. Questa è una guerra di cui non si può ridurre la complessità a facili narrazioni; ogni provincia, ogni quartiere ha la sua storia, e ogni persona ha la sua esperienza unica. Dalle aree urbane affollate alle zone rurali isolate, lo Yemen rappresenta una diversità che sfida le semplici etichette.

Ora, colmi di stupore, osserviamo lo Yemen tornare alla ribalta, alimentato da conversazioni su Signal, da report su milizie che dieci anni fa nessuno avrebbe potuto immaginare. Come spesso accade, questo rinnovato interesse porta con sé una pioggia di analisi, commenti e dichiarazioni; eppure, questi sguardi esterni rischiano di scivolare sulla superficie senza afferrare il vero spirito di ciò che sta accadendo. Viene naturale domandarsi: dove erano queste voci in passato? Perché ora, e non prima?

Ho dedicato anni a raccontare le storie di questo paese, un paese che, nonostante la sua devastazione, possiede una straordinaria ricchezza culturale e resilienza umana. Lo Yemen, con la sua complessità, è un eco di voci silenziose che meritano di essere ascoltate. È un onore e una sorta di responsabilità essere in grado di porre l’accento su queste reali esperienze di vita. Voglio ringraziare RSI Info che, per quasi 15 anni, mi ha dato la possibilità di raccontare queste storie, di dare spazio a chi spesso non ha voce.

Recentemente, ho avuto l’opportunità di tornare in Yemen, un’opportunità possibile grazie a coloro che hanno generosamente contribuito a raccogliere i 14mila euro necessari per questa impresa. Questo supporto non è solo un gesto di altruismo, ma un riconoscimento del valore intrinseco delle storie che ho il privilegio di narrare. Ogni contributo permette di dare vita a testimonianze che devono essere conosciute, condivise e compresi da un pubblico più vasto.

Con il decimo anniversario di questo conflitto che si avvicina, non possiamo permetterci di dimenticare. Le lezioni di questa guerra non si trovano solo nei dati o nelle analisi politiche, ma nelle storie di vita di chi la guerra la vive ogni giorno. Dobbiamo continuare a raccontare, ascoltare e, soprattutto, ricordare che dietro a ogni numero, c’è una vita umana, una storia da raccontare. E mentre le luci si accendono giustamente sul Yemen, è nostro dovere tenere viva la narrazione, non solo oggi, ma anche domani, affinché la speranza possa emergere, anche nelle circostanze più buie.


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