80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

Ammazzato il giornalista di Al Jazeera Hossam Shabat

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Oggi Israele ha deliberatamente ammazzato il giornalista di Al Jazeera Hossam Shabat, che per un anno e mezzo ha rischiato incessantemente la vita pur di raccontare all’umanità le migliaia di crimini commessi da Israele nel nord di Gaza. Hossam era uno dei miei punti di riferimento fissi per avere informazioni sul genocidio: era rimasto fino all’ultimo nel nord di Gaza, anche durante il primo tentativo di pulizia etnica completa, e aveva seguito da vicino la distruzione totale del campo profughi di Jabalia. Hossam non era solo un bravissimo giornalista: era molto famoso e aveva un larghissimo seguito sui social network (560.000 follower su Instagram e 165.000 su Twitter). Forse proprio questo seguito è stato la sua condanna a morte.
Israele lo aveva minacciato sin da subito: poco dopo il 7 ottobre 2023, un ufficiale dell’intelligence israeliana lo aveva chiamato al telefono intimandogli di cancellare tutti i suoi post su Facebook posteriori al 7 ottobre e di lasciare immediatamente Beit Hanoun, nel nord di Gaza, pena la distruzione della sua casa. Hossam aveva rifiutato e subito dopo l’aviazione aveva bombardato la sua casa, radendola al suolo. Israele aveva già cercato di ammazzarlo più volte: a ottobre 2024 l’esercito genocidario aveva affermato di avere “prove” (ovviamente mai mostrate a nessuno) secondo cui Hossam era un cecchino di un battaglione di Hamas e l’aveva messo in una lista di persone da eliminare. Il 20 novembre scorso lo aveva ferito mentre arrivava sulla scena dell’ennesimo bombardamento israeliano su una casa civile.
Oggi pomeriggio Hossam è stato infine ammazzato a Beit Lahia, nel nord di Gaza, da un drone che ha bersagliato l’automobile che usava per lavoro. Il suo ultimo tweet è stato ieri sera: ”A Gaza, il ferito viene ucciso”. Il suo ultimo post su Instagram, immediatamente prima di essere ucciso, è stato il corpo straziato di Mohammed Mansour, altro eroico giornalista giustiziato poche ore prima a Khan Younis. Il suo assassinio è l’ennesimo segno che dopo aver fatto fallire la tregua Israele ha gettato ogni remora al vento, e ha intrapreso con decisione la strada della “soluzione finale”: pulizia etnica ed eliminazione fisica senza freni a scopo di conquista, con una bestialità che rivaleggia con quella degli Unni di Attila.
Hossam Shabat aveva solo 21 anni, e un coraggio che gli infami pennivendoli nostrani della scorta mediatica del genocidio non avranno mai, neanche vivessero duecento anni. Anche per questo è facile immaginare che la notizia della sua uccisione verrà sottaciuta, distorta e sepolta in mezzo a quintali di fuffa irrilevante; ma per chi ha ancora un cuore, Hossam resterà per sempre un simbolo del coraggio indomabile del popolo palestinese e insieme della ferocia assassina e genocidaria di uno Stato pronto a commettere qualsiasi atrocità pur di rubare la terra a un intero popolo. La sua morte è un atto di accusa contro l’intero giornalismo occidentale, che in un anno e mezzo di subdole distorsioni e plateali omissioni ha creato le condizioni per il suo assassinio
Ci mancherà moltissimo: non lo dimenticheremo mai.

Alessandro Ferretti su  https://open.substack.com/pub/alessandroferretti123/p/israele-ha-ammazzato-hossam-shabat

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