80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

A Trapani è primavera, voci, slogan e impegno dalla piazza di Libera. E don Ciotti cita De Andrè

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Con una citazione della “Canzone di maggio” di Fabrizio De Andrè si chiude il discorso di don Luigi Ciotti alla trentesima edizione della Giornata della Memoria e dell’Impegno. Sulla piazza che affaccia sul mare di Trapani il vento soffia forte, ad ascoltare ci sono 50mila persone, in larga misura studenti di tantissime scuole della Sicilia ma anche da tutta Italia. Le bandiere di Libera colorano la città da una settimana e questa mattina sono arrivati “i rinforzi” di una società civile fatta di associazioni (Cgil, Anpi, Cia, Azione Cattolica, Scout comitati locali di impegno per la legalità). Il corteo è aperto dai familiari delle vittime innocenti delle mafie, in tanti sono arrivati da molto vicino, dal sud profondo che alza la voce, altri si sono messi in cammino da ore e hanno invaso, letteralmente, aeroporto e porto di Palermo, stazioni dei bus e autostrade. Anche nell’edizione 2025 la Giornata organizzata da Libera si trasforma non solo nell’affermazione della lotta ancora necessaria, anzi vitale, contro la mafia ma in un appuntamento che guarda a temi scottanti. Don Ciotti parla di immigrazione e ringrazia le Ong perché “salvano vite umane e non si può punire chi salva una vita”, fa un preciso riferimento al caso-Ventotene, “dove è nata la nostra Europa, l’Europa della democrazia”, parla dei giovani che “vanno a cercare un lavoro fuori dall’Italia, dobbiamo far qualcosa, vi prego, per farli restare per far diventare l’Italia un Paese per giovani”  e poi invita ad andare a votare per i referendum “per rendere più sicuro il lavoro e per accorciare i tempi per la cittadinanza italiana”; ringrazia il Presidente Sergio Mattarella, “il nostro faro, il nostro punto fermo”. E c’è spazio, in quel discorso alla piazza strapiena, per sottolineare “l’importanza di un’informazione libera e indipendente, che va difesa dalle leggi bavaglio”. L’informazione ha avuto un ruolo cardine in questa mattinata, non può essere un caso. Sono stati ringraziati i giornalisti che raccontano la  mafia e ricordati quelli che sono morti per accendere i riflettori su storie scomode di illegalità, corruzione, criminalità organizzata, quelli italiani come Ilaria Alpi e Peppino Impastato e quelli stranieri come Anna Politkovskaja e Daphne Caruana Galizia. Come ogni anno la piazza di Libera che annuncia la primavera è anche un mondo, colorato e significativo di storie che arrivano da varie parti del Paese e ti ricordano che esistono, lottano, spesso sono oscurate. Ogni Giornata della Memoria è un caleindoscopio che cose che ancora non sono state dette abbastanza. L’Istituto Cpia di Agrigento, per esempio, è una di queste: si tratta della scuola che insegna italiano ai giovanissimi richiedenti asilo. La dirigente li guida per i vicoli che costeggiano il corteo, sono un po’ in ritardo ma rappresentano un tassello di quell’impegno civile che anima la Giornata della Memoria. “Sono la dirigente e sono felice di averli portati qui!” . Il cartello della Fillea Cgil contiene una di queste storie: fuori la mafia dai cantieri e in quello slogan c’è tutto quel che di sbagliato ancora sta dentro gli appalti, i subappalti, la sicurezza nei  luoghi di lavoro, la corruzione, gli incanti truccati.  La politica, anche questa volta, non è mancata sul palco alle lettura dei nomi e nelle prime file della platea. L’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando legge palesemente emozionato, la Presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo sente sullo sfondo gli appalusi in favore delle Ong, l’ex pm Federico Cafiero De Raho guarda oltre le transenne la folla di adolescenti accalcati come ai concerti e sorride di speranza. La segretaria del Pd Elly Schlein visibilmente emozionata quando scende dal palco parla di sanità con i giornalisti. Piero Grasso ha gli occhi velati quando legge i nomi dei giudici uccisi dalla mafia e sa che questa piazza conta molto nella battaglia ancora necessaria contro la criminalità organizzata in Italia.


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