Un titolo falso – ‘Assoluzione per Delmastro’ – in onda per tre edizioni prima della condanna del sottosegretario alla giustizia, ha visto RaiNews24 finire nuovamente, in negativo, su tutti i giornali. Una scelta del direttore Petrecca, che ha da tempo avocato a sé la fattura dei titoli del canale.
Una scelta, che a nostro avviso, presenta perfino profili di dubbia etica e deontologia, dei quali rispondere all’Ordine dei Giornalisti. Lo stesso Ordine che il Direttore non esitò ad adire – cosa mai vista prima – per il deferimento del CdR, organismo sindacale di base. Un gesto, poi ovviamente archiviato dall’Odg, che vide oltre 2/3 della redazione schierata a supporto della rappresentanza sindacale con una raccolta di firme netta ed eloquente.
Il caso Delmastro è solo l’ultimo di una serie che ha affossato la credibilità del canale e decimato gli ascolti con perdite di punti percentuali a doppia cifra negli ultimi due anni: decine gli errori e gli strafalcioni andati in onda umiliando il lavoro di un’intera testata che ci aveva messo 20 anni a costruirsi credibilità e autorevolezza apprezzati trasversalmente.
Da una firma ritirata per lo stravolgimento di un pezzo non gradito al direttore, e che lo ha portato in Vigilanza già nel 2023, passando per le parolacce nelle “Pillole di poesia” che ci hanno reso zimbello del web per settimane, fino ai titoli fatti in autonomia dal direttore – esautorando di fatto i vicedirettori da lui nominati – con gli accostamenti deontologicamente impropri tra “Criminalità e Migranti” o, ieri, lo sciopero dei magistrati con alta adesione che si è cercato con giri di parole di camuffare. Senza dimenticare il racconto quotidiano della politica appiattito sulla maggioranza di governo, con video della premier sempre integrali anche quando privi di notizia, rilevanza istituzionale e politica. Perfino un comizio di 52 minuti che, di nuovo, ci ha fatto etichettare come organo di TeleMeloni, rinunciando sempre alla valutazione e intermediazione giornalistica.
Questa gestione ha ritenuto di dare ampio spazio al festival delle città identitarie a Pomezia con lunghe dirette la stessa sera delle elezioni francesi. E continua a farsi megafono di convegni che poco hanno a che fare con il lavoro giornalistico e con il diritto degli utenti a essere informati.
Questa gestione ha deteriorato progressivamente, in modo drammatico, le condizioni di lavoro e l’efficacia produttiva di quelli che erano i fiori all’occhiello del canale: il lavoro degli inviati sui teatri di guerra, la tempestività e capillarità della cronaca.
Non ha fornito risposte credibili alla cronica carenza di organico e alla disorganizzazione, producendo anzi in molte redazioni condizioni di stress e tossicità che sul lungo periodo abbassano ulteriormente la qualità del prodotto.
E ora, da ultimo, intende fondere, senza spiegare come e con quali vantaggi, due redazioni e testate, radicalmente diverse, due media opposti per pubblici e linguaggi, come Televideo e RaiNews.it. Redazioni progressivamente svuotate e alle quali sono state messe pezze con collaborazioni esterne non giornalistiche.
Nei prossimi giorni si attendono nuove nomine per alcune testate, compresa la nostra che vede il mandato del direttore scaduto da novembre.
Le giornaliste e i giornalisti di Rainews24 esprimono forte preoccupazione per le ipotesi di una continuità a queste condizioni. Per questo motivo l’assemblea dà mandato al CdR – con 68 voti a favore, 0 contrari e 1 astenuto – di organizzare quanto prima una nuova consultazione per verificare la fiducia nei confronti del piano editoriale e della linea editoriale del direttore Paolo Petrecca. Inoltre, l’assemblea affida al cdr un pacchetto di 2 giorni di sciopero.
L’Assemblea