Per capire la gravità della vicenda Paragon, bisogna ricostruire il contesto.
Quindi mettiamo in fila i fatti:
1- In Italia almeno 1 giornalista è stato spiato con lo spyware prodotto da Paragon;
2- Il giornalista è stato avvertito da whatsapp;
3- Paragon è in uso solo ad apparati statali;
4- Il contratto tra Italia e Paragon è stato sospeso in attesa che si chiarisca la vicenda, evidentemente per un uso non conforme agli accordi;
5- Il governo italiano ha opposto il segreto di Stato su questa vicenda impedendo al Parlamento il principale strumento di sindacato ispettivo (come le interrogazioni), ovvero di vigilanza del potere legislativo su quello Esecutivo.
Del resto è lo stesso governo che nei fatti impedisce a una Commissione parlamentare (quella di Vigilanza Rai) di riunirsi perché non ha i voti per imporre il nome del Presidente della Rai Servizio Pubblico, e che non smentisce l’ipotesi di vendita dell’Agi a un editore parlamentare della stessa maggioranza;
6- In fase di discussione dell’Emfa (European Media Freedom Act) l’Italia del governo Meloni è stata, insieme alla Francia, la maggiore sostenitrice della possibilità di ricorrere a spyware per controllare i giornalisti.
Il testo finale, per fortuna, non è stato quello che volevano, ma neanche quello che auspicavamo noi. E oggi le ragioni della nostra preoccupazione sono ancora più chiare;
7- Il governo Meloni è il governo europeo che ha scagliato più querele bavaglio contro i giornalisti;
8- Il governo Meloni rivendica grande sintonia con il governo Trump e amicizia con Elon Musk, profondamente insofferenti alla libera informazione (gli ultimi episodi che riguardano l’agenzia Ap e l’elenco dei giornali non graditi inviato alle ambasciata Usa sono gravissimi) e protagonisti di disinformazione;
9- L’Italia è in compagnia dell’Ungheria di Orban nella lista dei Paesi che non ha firmato il documento che critica Trump per l’attacco alla Corte penale internazionale;
10- Il governo Trump sta ora promuovendo un accordo con la Russia guidata Putin, scaricando – incolpaldola – l’Ucraina invasa;
11- La Russia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per non aver fatto abbastanza per cercare i mandanti dell’assassinio della giornalista Anna Politkovskaja;
Uno dei condannati per quell’omicidio è stato graziato da Putin;
12- La Russia di Putin sta attaccando con dichiarazioni pubbliche il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella;
13- Da giorni siti web istituzionali italiani sono nel mirino di hacker filorussi.
È un quadro abbastanza chiaro?
Ci sono tutti i presupposti affinché l’Europa accenda un faro sull’Italia.
Perché da una parte si consolida la svolta autoritaria tecnocratica degli Stati Uniti, dall’altra ritrova legittimazione internazionale il regime della Russia di Putin.
Dove si colloca l’Italia, la postura internazionale che assume, il rispetto delle direttive, dei regolamenti e delle sentenze europei, di uno dei Paesi fondatori dell’UE sono decisivi per il futuro dell’Europa.
L’Ue ha gli strumenti per vigilare sugli stati membri.
Perché l’Europa ha bisogno dell’Italia. E l’Italia – l’Italia democratica – ha bisogno dell’Europa dei diritti e delle libertà.
(pubblicato su Facebook)