Ho dedicato gran parte della mia vita alla formazione politica dei giovani, attraverso ACMOS, Libera e la Fondazione Benvenuti in Italia e ho constatato una crescente difficoltà. Lo studio dei “fondamentali” che aiuta a leggere il presente è merce sempre più rara.
La distanza tra chi studia per davvero e chi prova ad organizzare percorsi di partecipazione politica è sempre più grande. Per non parlare di quella tra chi studia davvero e chi (in maggioranza) di partecipazione attiva alla politica nemmeno vuol sentire parlare.
Democrazia e libertà non sono in contrapposizione come vogliono farci credere questi nuovi aristocratici arroganti e violenti, democrazia e libertà possono convivere virtuosamente a condizione che lo studio resti il fondamento della partecipazione dei liberi alla democrazia.
Io sono figlio della migrazione interna del secondo dopoguerra: i miei nonni sono arrivati a Torino dalle campagne piemontesi e venete fuggendo la fame, io sono stato parlamentare della Repubblica: grazie alla scuola ed alla Costituzione antifascista!
L’accesso democratico al sapere è ancora il fattore rivoluzionario ed in fatti tutti i progetti reazionari, elitari, autoritari puntano alla neutralizzazione della “alfabetizzazione popolare”, che invece è il punto di partenza di ogni processo emancipante, come ci hanno insegnato, tra gli atri, don Milani e Paulo Freire.