Domenica sera capiremo se l’Europa può sperare di continuare a esistere, e cercare di riprendersi, o se il vento della rivoluzione trumpiana travolgerà anche il vecchio continente.
Il governo a guida socialdemocratica è imploso, incapace di offrire soluzioni ai tre problemi che angosciano i cittadini tedeschi: crisi economica, immigrazione, guerra in Ucraina.
L’epoca d’oro della cancelliera Merkel poggiava su due pilastri: energia a basso costo dalla Russia e esportazioni tedesche verso il ricco mercato cinese. La guerra in Ucraina ha interrotto il flusso di gas e la Cina ha cominciato a produrre auto elettriche che hanno messo in ginocchio la produzione automobilistica teutonica a combustione.
L’apertura di Angela Merkel a milioni di emigrati ha mandato in tilt il sistema di assistenza sociale. Le fasce più povere, specialmente in quella che era la Germania est, hanno visto le cliniche e gli scintillanti apparati sociali ai quali sognavano di approdare durante gli anni del muro intasati da file di immigrati afgani o siriani. Un mix di delusione, rabbia, incredulità. Un fuoco su cui ha soffiato con sapienza la propaganda russa. Il risultato? Un balzo in avanti nei sondaggi di AFD (Alternative fur Deutschland) il partito di estrema destra da sempre “congelato” all’opposizione e oggi stimato al 16 per cento. Sarebbe sbagliato pensare che il 16 per cento dei tedeschi è nazista. All’interno di AFD ci sono leader apertamente nostalgici (“il nazismo è solo una cacca di uccello della nostra grande storia”) ma gran parte dei voti arrivano dalla ex Germania est che si è sempre sentita discriminata dall’unificazione a trazione occidentale e che, anche per trent’anni di occupazione sovietica, non ha mai elaborato la vergogna dei crimini nazisti del passato.
Così benzina sul fuoco sono state le parole di Elon Musk che rivolto all’assemblea di AFD ha esortato a “non sentirsi in colpa per le scelte dei propri nonni e guardare il futuro”.
L’ingerenza americana nelle politiche dei paesi europei non è una novità. Ma se nel dopoguerra gli Stati Uniti finanziavano sottobanco i partiti anticomunisti europei in chiave antisovietica ora ‘ esattamente il contrario. L’estrema destra tedesca riceve aiuti sottobanco da Mosca e sostegno esplicito da Washington. Per Musk AFD è “l’unica speranza per la Germania”. Putin non parla ma lo fa per lui l’ideologo Alexander Dugin: “Se i tedeschi non voteranno AFD potremmo spartirci la Germania noi e gli Americani come ai vecchi tempi: a noi l’est a loro L’ovest”. Una provocazione certo ma l’obiettivo comune di Mosca e Washington è sbriciolare l’unità politica dell’Europa.
Inevitabile? Non del tutto. Il partito in testa ai sondaggi con il 30 per cento è la CDU, i popolari. Al posto di Angela Merkel c’è Frederick Merz: conservatore, atlantista, europeista. Solo un governo tedesco stabile potrà far ripartire l’Europa sulla base di un nuovo accordo Berlino Parigi Londra lasciandosi alle spalle la velleitaria e inconcludente Europa dei 27. Ci riuscirà? Molto dipende dalle percentuali degli altri partiti. Se i risultati gli consentiranno la formazione di un governo stabile, con pochi partiti alleati, potrà cercare di far imboccare alla Germani e al vecchio continente la difficile strada di una politica “terza” reagendo al vassallaggio cui vorrebbero ridurla Washington e Mosca. Ma se la destra estrema salirà ancora e il quadro politico divenisse più frammentato (con l’ingresso in parlamento di micropartiti della sinistra che potrebbero, secondo gli ultimi sondaggi, superare il quorum) il destino della Germania sarà quello di un declino inesorabile e con lei quello dell’intera Europa.
Vantaggi per l’Italia amica di Trump? Risibili. La crisi tedesca e continentale si ripercuoterebbe pesantemente anche sulla nostra economia. Forse occorrerebbe far tesoro di una vecchia frase citata da Henry Kissinger :” essere nemici dell’America è pericoloso, ma esserne amici può essere letale”
(Pubblicato su La Gazzetta del Sud 22.02.25)