Non era vecchio e non era più giovane Andrea, il detenuto che oggi si è tolto la vita bel carcere di Frosinone. Ma era solo e aveva perso la speranza di un’altra vita fuori, dove sarebbe “tornato” tra un anno. Questo suicidio, pur essendo l’ennesimo nella popolazione dei detenuti italiani, morde la coscienza di tutti perché non si è riusciti ad inteevenire in tempo. Anzi, il suicidio è avvenuto mentre nella struttura di Frosinone era in corso una riunione degli operatori per monitorare e migliorare le condizioni del carcere. Una beffa, pure questa. Il primo racconto, drammatico, di quanto accaduto lo ha fatto il Garante Stefano Anastasia.
“Un uomo di 52 anni si è tolto la vita, questa mattina a Frosinone. Vi era arrivato un anno fa, dopo averne scontati cinque a Regina Coeli. Tra poco più di un anno sarebbe stato libero, ma non aveva nessuno fuori, e nessuno con cui abbia fatto colloqui nell’ultimo anno di carcere. Era seguito dal Servizio per le dipendenze e a fine gennaio l’equipe dell’istituto lo aveva proposto per un’alternativa in comunità, ma lui non ce l’ha fatta, e ha rinunciato prima”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, ha commentato la notizia dell’ennesimo suicidio, proprio mentre si trovava nella Casa circondariale di Frosinone.
“Ero in carcere – testimonia Anastasìa -, in riunione con la dirigenza ASL e la direzione dell’istituto, quando è arrivata la notizia. Siamo andati in sezione, abbiamo incontrato i compagni di stanza, attoniti e sconvolti: uno era a scuola, l’altro a colloquio, mentre Andrea si toglieva la vita. Quest’anno è iniziato come il precedente, il peggiore di sempre: il carcere è sempre più luogo di morte e disperazione, ma chi ne ha la responsabilità politica e amministrativa sembra indifferente, anche agli appelli del Papa e del Presidente della Repubblica, e tutto ciò non si può più tollerare”.
Nel 2025 in tutta Italia, secondo il dossier di Ristretti Orizzonti, i suicidi nelle carceri italiane sono già 14 e tra questi due sono avvenuti nel Lazio, a Regina Coeli il 9 gennaio e oggi a Frosinone. A Frosinone il numero complessivo di suicidi dal 1 gennaio 2020 a oggi è pari a sei, al tredicesimo posto tra tutti gli istituti penitenziari d’Italia.
Il tasso di affollamento a fine gennaio nel Lazio era del 145% (sui posti effettivamente disponibili) e in tutta Italia del 133%. Nella Casa circondariale di Frosinone alla data del 31 gennaio c’erano 576 detenuti presenti su 462 posti disponibili per un tasso del 125%.