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Uno spiraglio di speranza per Gaza: il cessate il fuoco e la giustizia necessaria

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Manca solo l’ok di Hamas a un punto dell’accordo. Ma il “cessste il fuoco” a Gaza ormai è imminente, anche se i bombardamenti sono continuato anche nelle ultime ore.
Ma il Segretario di Stato Usa Antony Blinken e certo: Israele accetterà un percorso verso lo stato palestinese “legato ad un calendario e basato su condizioni” e l’Anp gestirà la fase post tregua con l’Onu, come è scritto nero su bianco nella bozza approvata sia dagli israeliani che dal movimento palestinese.
Intanto, solo oggi, nella Striscia almeno 26 morti nei raid arei.
Ma bisogna credere  in questo spiraglio di ottimismo.
La possibilità di un cessate il fuoco collegato alla liberazione degli ostaggi israeliani invita alla riflessione e alla speranza.
Dopo mesi di conflitti e sofferenze indescrivibili, la tregua potrebbe rappresentare il primo vero passo verso la fine degli orrori che hanno segnato il territorio.

Tuttavia, non possiamo dimenticare il prezzo devastante che questa guerra ha avuto sulla popolazione di Gaza. Oltre 45.000 vite spezzate, tra cui la tragica perdita di circa metà di questi innocenti, bambini. Ogni numero rappresenta non solo una statistica, ma una vita piena di sogni e speranze spezzate. La quiete che potrebbe seguire il cessate il fuoco non sarà sufficiente se non è accompagnata da una ricerca reale di giustizia.

È fondamentale che la comunità internazionale si impegni a garantire che la pace non sia solo una tregua temporanea, ma un’opportunità per costruire una convivenza basata sul rispetto dei diritti umani e sulla giustizia per le vittime di questo conflitto. La vera pace non può fare a meno di affrontare le ingiustizie e le sofferenze di chi ha subito le terribili conseguenze di questa guerra.

Il nostro appello deve essere chiaro: una pace duratura in Medio Oriente richiede che le voci delle vittime vengano ascoltate e che si lavori per una soluzione che tenga conto della dignità e dei diritti di tutti, israeliani e palestinesi. Solo così potremo sperare di seppellire definitivamente la dita degli orrori e costruire un futuro di speranza e riconciliazione.


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