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Todde: un rendiconto sbagliato può trasformarsi in sentenza politica?

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Una rendicontazione di spese elettorali errata, che ha già prodotto come conseguenza una sanzione amministrativa, può trasformarsi in una condanna politica per chi l’ha commessa? È questa la questione principale che si pone dopo la decisione presa ieri dal Collegio di Garanzia della Corte d’Appello di Cagliari di decretare la decadenza di Alessandra Todde da Consigliera Regionale – e di conseguenza dall’incarico di Presidente della Regione – per gli sbagli rilevati, a parere dei giudici, nella documentazione presentata.

È la prima volta che accade in Italia. La Todde ha già annunciato l’impugnazione dell’ordinanza-ingiunzione con cui le è stato comunicato il provvedimento, esprimendo comunque piena fiducia nella magistratura. Tempi lunghi, quindi, sul piano giudiziario, mentre spetterà allo stesso Consiglio Regionale se approvare o no la decadenza disposta dalla Corte.

Questo in estrema sintesi quanto accaduto, conseguenza di una legge che pare risalga proprio ai pentastellati, di cui la Todde è importante rappresentante.

Se l’intenzione era quella di far rientrare quella legge tra i propositi di ‘aprire come una scatola di sardine’ il Parlamento, quella scelta si rivela davvero scellerata, non tanto perché colpisce la Todde, ma perché è evidente la macroscopica distanza che esiste tra un errore tecnico e il provvedimento politico che ne consegue.

Ma come si fa a disporre la decadenza di un eletto in regolari votazioni a suffragio universale perché sbaglia – o qualche suo incaricato lo fa dimostrando  incompetenza o approssimazione – un rendiconto? Non è neppure un giudizio penale, per di più in un Paese dove quotidianamente chi commette reati veri cerca di sottrarsi alla giustizia e altri, con delicati incarichi politici, accusano di ideologismo i magistrati.

Ma questa è la realtà con cui la Todde e la situazione politica sarda, alle prese con gravissimi problemi, come la condizione disastrata della sanità pubblica, dell’occupazione, della transizione energetica, dello spopolamento delle zone interne, devono fare i conti. L’opposizione di centrodestra non darà tregua e tutto questo renderà complicato, difficile, rallenterà i provvedimenti urgenti che vanno presi per la realtà socio-economica che attraversa la Sardegna.

Senza entrare nel merito dell’appartenenza politica di qualcuno dei componenti il Collegio di Garanzia, c’è da ricordare un fatto di cronaca accaduto mesi fa e trascurato. Ma ora è legittimo sospettare qualcosa. Era il 18 ottobre. Ci fu un’intrusione nella sede dell’Ufficio elettorale centrale della Corte d’Appello. Intervenne la Digos che accertò che il misterioso incursore aveva tentato di manomettere, senza riuscirci si disse, proprio uno dei computer dell’ufficio.

In Sardegna si sta dunque vivendo una vicenda senza precedenti che rischia di rallentare l’azione politica della maggioranza uscita vincente dalle elezioni di undici mesi fa e della giunta formatasi intorno ad Alessandra Todde per colpa di un errore contabile a cui viene data una gigantesca importanza, come se si trattasse di un gravissimo reato.


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