BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Strage di Bologna, ergastolo definitivo per Cavallini

0 0

Gilberto Cavallini, il quarto componente del commando di terroristi neofascisti che ha eseguito materialmente la strage alla stazione di Bologna il 2 agosto 1980 – 85 morti e 216 feriti – è stato condannato definitivamente all’ergastolo dalla prima sezione penale della Corte di Cassazione presieduta da Giuseppe Santalucia, confermando le due precedenti sentenze, accogliendo la richiesta del procuratore generale Antonio Balsamo.

L’ex NAR si aggiunge ai già condannati definitivamente all’ergastolo: i camerati Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, mentre il terzo neofascista Luigi Ciavardini a trent’anni perché minorenne al momento della strage. Per Cavallini – che gode dal 2016 della semilibertà presso il carcere di Terni – questo ergastolo si aggiunge agli otto precedenti tra cui quello per l’omicidio del giudice Mario Amato compiuto pochi giorni prima della strage della stazione: il 23 giugno 1980.

La condanna, secondo l’accusa, si incardina sulla “certezza assoluta della responsabilità”, mentre gli avvocati della difesa volevano l’annullamento delle sentenze precedenti con il rinvio a un nuovo processo d’appello. Cavallini, nei giorni precedenti alla strage, offrì ospitalità nella casa di Villorba (Treviso), agli altri tre membri del commando “dando così consapevole supporto logistico”, mettendo a disposizione documenti falsi e un’auto utilizzata da Mambro, Fioravanti e Ciavardini per raggiungere Bologna, “in modo ben consapevole per la realizzazione di un attentato e non solo per un legame e una vicinanza tra solidali”.

Nelle 130 pagine della requisitoria del pg Balsamo – come sta scritto anche nelle motivazioni della sentenza di secondo grado – sarebbero provati (attendiamo le nuove motivazioni) i suoi “contatti plurimi e continuativi con la destra eversiva, con i servizi deviati dello Stato e con la P2”.

A proposito della P2 di Licio Gelli (accusato con Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi di essere i mandanti, finanziatori e organizzatori della strage), il procuratore generale ha ricordato “quel micidiale e si spera irripetibile humus nel quale convergevano servizi deviati, P2 e parte dell’eversione nera, allo scopo, evidentemente comune anche se forse  per motivi differenti, di destabilizzare e infine distruggere l’assetto democratico e costituzionale dello Stato italiano”. Mentre la difesa di Cavallini ha insistito nella tesi di: “Sentenze precedenti lacunose e incerte con accertamenti mancanti”, concludendo con il seguente commento: “E’ stato un processo politico e la sentenza era scontata”.                                                  Dopo questa sentenza di condanna definitiva – Cavallini è in carcere da quarantadue anni e avrebbe maturato i requisiti per la libertà vigilata – la procura emetterà un ordine di esecuzione della sentenza, sarà il magistrato di sorveglianza di Terni a decidere se lasciare o meno a Cavallini la semilibertà.

Il passo successivo riguarda il quinto componente del commando che ha messo la bomba nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione, Paolo Bellini di Avanguardia nazionale, condannato all’ergastolo nei primi due gradi, in attesa della sentenza della Corte di Cassazione, secondo i giudici partecipò all’esecuzione della strage per conto dei mandanti Gelli, Ortolani, D’Amato e Tedeschi.

Nel frattempo, come ha dichiarato il sindaco di Bologna Matteo Lepore: “Giustizia è  fatta


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21