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Shirin Ebadi: i giornalisti sono i migliori amici degli attivisti per i diritti umani

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“I giornalisti sono i migliori amici degli attivisti per i diritti umani” ci dice Shirin ʿEbādi, premio Nobel per la Pace nel 2003, attivista iraniana per i diritti umani e la dignità della persona, dal 2009 costretta a vivere in esilio a Londra per via delle minacce, delle angherie e dei soprusi subiti ad opera del regime degli ayatollah.

E lo dice ringraziando di cuore tutti coloro che, come Articolo 21, hanno fatto della libertà d’informazione e della difesa dei diritti umani la propria ragione di esistere.

Dalla liberazione di Cecilia Sala al dramma degli attivisti iraniani condannati a morte, passando per le differenze e le similitudini fra Khomeini e Khamenei: un ritratto impietoso di un Paese oppresso, eppure ricco di libertà, passione civile, impegno e amore per il prossimo.

Infine, dopo aver raccontato la propria storia di coraggiosissima oppositrice, un appello al governo italiano: è comprensibile la trattativa per favorire la scarcerazione degli ostaggi occidentali, ma guai a cedere al ricatto di un governo tirannico, che non ha alcun rispetto per la vita umana ed è pronto a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi.

L’intervista integrale a questo link.

P.S. Quest’intervista è stata resa possibile dalla traduzione dal farsi di Parisa Nazari, a sua volta attivista per i diritti umani, ed è dedicata ad altri perseguitati dal regime: Narges Mohammadi, premio Nobel per la Pace nel 2023, Nasrin Sotoudeh, avvocata, Jafar Panahi, regista, e ai tre attivisti recentemente condannati a morte: Behrouz Ehsani, Mehdi Hosseini e Pakhshan Azizi.


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