BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Sdoganamento dei fascisti: ora è il turno di Almirante

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La pacificazione voluta dopo il 1945 in nome della riconquistata libertà, indusse le forze democratiche ad un’eccessiva generosità verso capi e capetti fascisti che non solo non dovettero affrontare processi dell’importanza di quello di Norimberga contro i gerarchi nazisti, ma in tanti usufruirono di provvedimenti di clemenza che fecero torto alle loro vittime. Non si sarebbe trattato di vendetta, ma di giustizia.

Quella pacificazione sta diventando oggi, giorno dopo giorno, uno sdoganamento sempre più diffuso, quasi incontrollato. Le adunate di Acca Larentia; ‘Mussolini’ urlato come slogan prendendo a pretesto il nome di un giovane calciatore discendente del ‘Duce del Fascismo’; la rilettura da destra della storia recente scritta da Italo Bocchino, che il presidente del Senato vorrebbe far utilizzare come testo scolastico (e chissà che Valditara non lo ascolti). E tanto altro ancora.

Ma siccome non basta mai, ecco che ci pensa il Consiglio di Stato ad alimentare il vento sempre più violento. Il supremo organismo amministrativo ha respinto il ricorso del Pd contro la decisione della giunta e del sindaco di Grosseto di intestare una via della città a Giorgio Almirante. Basta leggere alcune parti del suo curriculum vitae per chiedersi su  cosa si fonda l’inclusione tra gli ‘ilustri italiani’.

Quattro anni dopo il varo delle leggi razziali da parte di Mussolini,  ecco cosa scriveva sulle pagine della ‘Difesa della razza’: “Il razzismo deve essere quello della carne, dei muscoli e dello spirito (…) altrimenti finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei; degli ebrei che. come hanno potuto in troppi casi cambiar nome e confondersi con noi, così potranno, ancor più facilmente e senza neppure il bisogno di pratiche dispendiose e laboriose, fingere un mutamento di spirito e dirsi più italiani di noi, e simulare di esserlo, e riuscire a passare per tali. Non c’è che un attestato col quale si possa imporre l’altolà al meticciato e all’ebraismo: l’attestato del sangue”.

Solo antisemitismo, con tutto quel che ne è conseguito per le decine di migliaia di ebrei italiano deportati e poi uccisi nei lager nazisti? No. Successivamente tocca alla lotta contro i partigiani.  Dopo l’8 settembre 1943 aderisce alla Repubblica di Salò e diviene capo di gabinetto di Fernando Mezzasoma, ministro della cultura popolare. Quell’incarico gli consente di firmare ordini di fucilazione di tanti partigiani. Ma siccome ancora non gli basta, nel 1944 abbandona la scrivania e si arruola nelle bande fasciste che organizzano varie spedizioni nere, tra le quali la più grave è quella della Val D’Ossola. Dopo la liberazione dal nazifascismo si dà alla clandestinità dalla quale dopo un solo anno rientra ‘perdonato’, tanto che può riprendere direttamente l’attività politica fondando prima il MIUS e poi il MSI.

Questo è il nuovo italiano illustre da omaggiare con l’intestazione di vie e di chissà cos’altro. La china presa dal Paese è questa. Ci rassegneremo? Noi di Articolo 21 mai e continueremo a denunciare i continui e progressivi attacchi alla Costituzione, portati sotto tante diverse forme, così come il rifiuto di rispettarla anche da parte di importanti rappresentanti istituzionali.


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