BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

“Questi fantasmi!”, di Alessandro Gassmann, Ita, 2024

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Con Massimiliano Gallo, Anna Foglietta, Alessio Lapice.

Messa in scena filmica impeccabile, quella di Alessandro Gassmann, della celebre opera teatrale di Eduardo De Filippo. Il regista romano sceglie di girare un “camera movie” dove la parola del grande drammaturgo napoletano insegue i due protagonisti, Pasquale Lojacono e la moglie Maria, magistralmente interpretati da Massimiliano Gallo e Anna Foglietta, tra le stanze di un appartamento cangiante sull’umore dei due coniugi. L’uso della suspense, originariamente teatrale e adesso cinematografico, è un modo per fare emergere al meglio il contesto in cui tutta la vicenda è calata. La casa-mondo eduardiana si riempie e si svuota di oggetti e di sentimenti con l’andare e venire del denaro, il Capitale, fantasmatico solo per chi non vuole vedere, concreto e doloroso perchè pervasivo dell’essere di tutti i personaggi che intorno ad esso si muovono. Gassmann sceglie un ritmo lento, con molti sapienti piani sequenza, giusto per dare il tempo allo spettatore di indagare sulla “misteriosa” vicenda, soffermandosi magistralmente sugli sguardi di chi sta vivendo una tragedia che anticipa e spiega molto del nostro presente. L’alternarsi dei punti di vista, che esalta l’ispirazione pirandelliana del testo di Eduardo, è accompagnato da frasi sibilline e simboliche, capaci di fondersi mirabilmente con una messinscena in grado di cogliere gli stati d’animo anche più controversi. Tra silenzi e sguardi indecifrabili, il regista rischia di perdere lo spettatore televisivo medio a vantaggio della purezza cinematografica, che si esplica nel vuoto esistenziale di tutti i protagonisti, marito, moglie, amante, che non hanno più punti di riferimenti certi dentro un mondo fattosi all’improvviso complesso e indecifrabile. Quella descritta da Eduardo è una realtà che vive dentro un’altra realtà, ognuna delle quali si sovrappone all’altra. La dissonanza cognitiva in cui vivono marito e moglie è irrisolvibile, l’incomunicabilità regna sovrana. E la cinepresa di Gassmann cattura tutto questo smarrimento disegnando primi piani su primi piani, come nella migliore tradizione cinematografica in Tv, da Majano a Bolchi. La sommatoria di tutto è lo sguardo esterno all’appartamento, quello del Professore, così certo delle sue “apparenze” da rafforzare ancora di più il baratro in cui i protagonisti e gli spettatori di tutta la vicenda vengono fagocitati, inesorabilmente. Eduardo scrisse questo capolavoro nel 1945, ma questo è solo un’informazione, la sua arte, come tutta quella grande, non ha età, è universale, anche grazie a chi, come Alessandro Gassmann, riesce a farne emergere al meglio l’eterna contemporaneità.


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