Presentato in Senato il libro “La violenza nei confronti delle donne. Fattispecie, strumenti di protezione, accesso alla giustizia, risarcimento del danno” (Giappichelli 2025): ciò che spesso accade e non dovrebbe accadere, dall’ esperienza trentennale dello studio Teresa Manente e Associate, uno strumento di lavoro per chi quella violenza deve riconoscerla e giudicarla.
Tante donne, ragazze uscite dalla violenza, qualcuna delle istituzioni, giornaliste, economiste, ricercatrici, avvocate, magistrate all’ incontro moderato dalla senatrice Valeria Valente, già presidente della Commissione Femminicidio.
“Conto solo tre uomini, incluso me” fa notare Francesco Monastero, presidente del Tribunale di Roma, nella sua introduzione: ” Ricordo quando su iniziativa di Teresa Manente istituimmo un tavolo interistituzionale per affrontare insieme e a più livelli le tematiche di genere, in particolare la violenza maschile nei confronti delle donne: era ed è intollerabile che nella Giustizia la mano sinistra non conoscesse i gesti della mano destra e che ad esempio il Tribunale Civile assegnasse figli in affido congiunto anche a padri che il Tribunale Penale aveva allontanato da casa per violenze assistite”.
Concordano nel riconoscere il grande lavoro che si è fatto negli ultimi vent’ anni su iniziativa di Manente anche la GIP Marisa Mosetti e la Sostituta Procuratrice Vittoria Bonfanti ma anche sulla necessità di fare molto di più, viste le criticità del sistema Giustizia in Italia, come sottolinea Antonella Massaro, docente di Diritto Penale all’ Università RomaTre.
“Conosco Teresa Manente da moltissimi anni, nel rispetto dei nostri differenti ruoli abbiamo lavorato sempre anche insieme e posso dire che grazie a lei sono stata una giudice migliore; quando indossi le lenti di genere non puoi più non vedere, non domandarti, non scavare a fondo, non voler capire” afferma Maria Monteleone, storica e valorosa Procuratrice inquirente di Piazzale Clodio.
“ Lavorare con Teresa e le sue avvocate, come centro antiviolenza in prima linea nel contrasto alla violenza e di accoglienza delle donne in fuoriuscita dalla spirale di un rapporto tossico è stato per me fondamentale per poter avere strumenti concreti di intervento e salvare anche donne con trascorso migrante con i loro bambini al seguito” afferma Elisa Ercoli, presidente di Differenza Donna.
Di doppio standard parla Elisa Giomi, commissaria AgCom: ” La violenza di genere è un fenomeno endemico e strutturale e la cultura del predominio maschile sulle donne va sradicata a partire dal linguaggio parlato e da quello multimediale. Per eliminare la vittimizzazione secondaria nelle aule di Giustizia, in cui le donne vittime di violenza vengono chiamate a rispondere di una sorta di corresponsabilità del reato subito occorre innanzitutto saperla leggere e raccontare quella violenza. Mai più doppi standard di giudizio, non possiamo permettercelo come Paese civile.
E di trasversalità del fenomeno parla anche la più coraggiosa penalista italiana, Teresa Manente, socia fondatrice dell’Associazione Differenza Donna (oggi è responsabile dell’ufficio legale), docente presso il CSM e la Scuola superiore della Magistratura, già consulente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, promotrice presso il Tribunale di Roma dell’istituzione del Tavolo permanente per la prevenzione della violenza domestica, componente dell’ Osservatorio nazionale sull’attuazione delle leggi contro la violenza maschile presso il Ministero di Giustizia e curatrice del volume: “Nella mia esperienza professionale mi accorgo che sempre più donne affermate vengono aggredite dai partner. Con il paradosso che nei tribunali le donne deboli o che sono ai margini sono più protette di quelle forti. Sempre più numerose le donne di successo aggredite dai loro partner, uomini violenti che non sono certo inferiori a loro per censo o per ruolo lavorativo, anzi. Sono colti, ben sistemati, eppure le denigrano, le odiano, le picchiano, le uccidono. Ma non corrispondere allo stereotipo della vittima le porta a non essere credute in aula”.
Ha occhi limpidi e lucidi di emozione Teresa Manente, chiede alle “sue” avvocate – Rossella Benedetti, Ilaria Boiano e Marta Cigna, giovani, forti e senza paura- di raggiungerla sul palco per ricevere l’ applauso scrosciante di tutte coloro che hanno conosciuto lacrime e rabbia ma anche immensa gratitudine.